Morte di Manuela Murgia, l’ex fidanzato indagato dopo 30 anni: «Un colpo durissimo»
Scelti da entrambe le parti consulenti di altissimo livello: hanno lavorato sui casi di Cogne, Garlasco, Erba, Gambirasio
Cagliari Da quando ha scoperto che il suo nome è finito sul registro degli indagati con la pesantissima accusa di omicidio volontario aggravato, non si dà pace. «Avvocato, io in queste condizioni non ce la faccio ad andare al lavoro», ha detto ieri, 31 maggio, in preda all’ansia al suo difensore di fiducia Marco Fausto Piras.
Eppure per Enrico Astero, 54 anni, parrucchiere, quell’avviso di garanzia che venerdì scorso gli ha rivelato ufficialmente di essere l’unico sospettato per aver ucciso nel 1995 la sedicenne Manuela Murgia, con la quale all’epoca aveva una relazione sentimentale, non è stato proprio un fulmine a ciel sereno. «Circa due settimane fa – racconta l’ avvocato Piras – il mio assistito mi ha chiamato in studio per dirmi che aveva incontrato casualmente la mamma della povera ragazza trovata senza vita nel canyon di Tuvixeddu. E che dopo uno scambio di battute piuttosto acceso con la signora, aveva intuito che sul suo conto era partita un’indagine della magistratura. Tanto è vero – continua il penalista – che ho fatto subito un accesso al Registro per verificare se le cose stessero effettivamente così. Ma la risposta che ho ricevuto è stata questa: «Nessuna iscrizione suscettibile di essere notificata». Formula che nel linguaggio giuridico significa una cosa sola: la persona in questione potrebbe essere anche indagata, ma al momento non sussistono i presupposti di legge affinché lo venga a sapere.
Condizioni che tuttavia si sono venute a creare pochi giorni dopo, quando il pubblico ministero Guido Pani, procuratore aggiunto della Repubblica presso il Tribunale di Cagliari e titolare della nuova inchiesta sulla morte di Manuela, ha disposto accertamenti tecnici non ripetibili sugli indumenti e le scarpe della vittima. Tutto abbigliamento rinvenuto, a trent’anni dall’autopsia, nel magazzino del vecchio Istituto di Medicina legale dell’Università del capoluogo. Così ora la battaglia legale, prima ancora che su aspetti squisitamente giudiziari (l’indagato già trent’anni fa aveva fornito un alibi che evidentemente aveva convinto gli inquirenti e inoltre ha sempre dichiarato che quello con Manuela non fosse un fidanzamento, bensì una “storia” passeggera e poco significativa) si combatterà su un campo biologico. Anche perché la famiglia della povera ragazza ha nominato come consulente nientemeno che il celebre genetista forense Emiliano Giardina, ossia il perito che incastrò Bossetti nel caso di Yara Gambirasio. Una mossa alla quale la difesa di Astero risponderà schierando un altro pezzo da novanta: il generale dei carabinieri in pensione Luciano Garofano, ex comandante del Ris di Parma, noto in tutta Italia per aver partecipato a indagini come quella del delitto di Cogne sull’uccisione del piccolo Samuele, ma anche la strage di Erba e ultimante sulla riapertura dell’inchiesta sul delitto di Chiara Poggi, a Garlasco. Sarà, insomma, uno scontro tra titani. L’avvocato Piras si dice fiducioso, anche se ammette che, comunque vada a finire, per il suo assistito sarà un colpo durissimo. Una mazzata capace di stravolgergli la vita». (andr.mass.)