La Nuova Sardegna

Sanità, più fondi al nord la Giunta stanzia 1,3 milioni

di Claudio Zoccheddu
Sanità, più fondi al nord la Giunta stanzia 1,3 milioni

L’assessore Nieddu porta in Commissione la delibera corretta dopo le critiche  Bilanciata con il resto dell’isola la quota destinata alle strutture del Sassarese

23 settembre 2021
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SASSARI. Il rischio era concreto: stop ai lavori della Commissione sanità (paventato prima del gelo calato in maggioranza a causa dalla nomina del nuovo presidente) se i fondi destinati ad abbattere le liste d’attesa non fossero riequilibrati tra il nord e il sud dell’isola. L’ultimatum era stato scandito dal consigliere dell’Udc Antonello Peru, a nome dell’Intergruppo, all’assessore regionale della Sanità, Mario Nieddu, durante la penultima seduta della commissione. E martedì sarebbe dovuta arrivare la resa dei conti, se non fosse che l’assessore Nieddu si è presentato in commissione con la nuova delibera, che verrà pubblicata oggi, in cui c’è un certo bilanciamento dei fondi. Dopo la bagarre, dunque, all’area di Sassari andranno «1.296.380 euro per l’acquisto di prestazioni specialistiche ambulatoriali, con priorità all’acquisto di prestazioni di diagnostica per immagini e di laboratorio, e per l’acquisto di prestazioni ospedaliere». Un soluzione diversa rispetto a quella ratificata nella prima delibera, che dei tre milioni previsti ne destinava il 60 per cento per Cagliari ma ne riservava una quota marginale per il nord Sardegna, il 6 per cento a Sassari e l’1 per cento alla Gallura. Una differenza evidente che, secondo i contestatori, non aveva tenuto conto della popolazione, in termini meramente numerici, ma neanche delle esigenze del territorio. Ad entrare nel dettaglio numerico era stato proprio Antonello Peru all’alba dello scontro in commissione sanità: «Non è ammissibile – aveva detto – che a fronte di una popolazione di 330mila abitanti al Nord contro i 500mila del Sud, nella Sardegna meridionale sia concentrato il 74% delle risorse. Noi abbiamo chiesto che la ripartizione venga effettuata in base al numero degli abitanti e non ai tetti di spesa». Per il resto sono stati confermati i 20 milioni stanziati per azzerare le liste d’attesa negli ospedali pubblici, un finanziamento sancito da una delibera firmata prima della pandemia che non ha avuto una conseguenza pratica proprio a causa delle successive restrizioni imposte dalla diffusione del virus e che quindi ora dovrebbero subire una netta accelerata. Sempre per venire incontro alle necessità della popolazione sono stati aggiunti altri 11 milioni, arrivati dal ministero della Salute, che però sono stati dirottati verso la sanità privata, per quanto lo scopo sia esattamente lo stesso: abbattete le liste d’attesa nelle prestazioni sanitarie.

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