La Nuova Sardegna

Gli statali in ufficio dal 15 ottobre, poi le regole sullo smart working

Matteo Guidelli
Gli statali in ufficio dal 15 ottobre, poi le regole sullo smart working

Draghi ha firmato il nuovo Dpcm. Il ministro Brunetta annuncia: «Una nuova era della normalità». Le norme sul lavoro agile arriveranno con il rinnovo dei contratti della Pubblica amministrazione  

25 settembre 2021
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ROMA. Tornano in ufficio i tre milioni e duecentomila dipendenti pubblici: il presidente del Consiglio Mario Draghi ha firmato il Dpcm sulla base del quale dal 15 ottobre la «modalità ordinaria» di lavoro nelle pubbliche amministrazioni sarà in presenza e spetterà alla Pa assicurare che questo avvenga in condizioni di sicurezza e nel rispetto delle misure anti Covid. «Si apre l'era della nuova normalità - dice il ministro della pubblica amministrazione Renato Brunetta che da settimane insiste per riportare in ufficio impiegati e dirigenti - e si completa il quadro avviato con l'estensione dell'obbligo del Green pass al mondo del lavoro». Dunque proprio il giorno in cui la certificazione verde sarà indispensabile per lavorare - in attesa che la Consulta si pronunci sul ricorso degli oltre 27mila sottoscrittori della petizione contro il Green pass nella scuola - la maggioranza dei ministeriali, del personale delle agenzie fiscali, dei dipendenti degli enti locali e degli enti pubblici non economici, dovrà abbandonare lo smart working in vigore da oltre un anno e tornale alla scrivania.

Il perché della scelta è nella relazione illustrativa che accompagna il Dpcm: «Nell'attuale fase storica ed economica che il Paese sta vivendo, occorre sostenere cittadini e imprese nelle attività connesse allo sviluppo delle attività produttive e all'attuazione del Pnrr». Dunque, «occorre consentire alle amministrazioni pubbliche di operare al massimo delle proprie capacità» in modo che possano dare il «massimo supporto alla ripresa delle attività produttive e alle famiglie». La relazione evidenzia anche un altro dato. Su 3,2 milioni di dipendenti pubblici, quelli non obbligati alla vaccinazione (escluso dunque il personale sanitario, quello della scuola, delle forze armate e di polizia), sono poco oltre i 900mila; di questi, in base dei dati regionali, si stima che 580mila circa siano vaccinati e che 320mila sono quelli invece che ancora non hanno alcuna copertura, il 10%. «Stante il graduale ma progressivo aumento anche tra la popolazione dei dipendenti pubblici del numero dei vaccinati», dice il governo, ci sono tutte le «condizioni per un graduale rientro in presenza e in sicurezza».

Ma come si tornerà in ufficio? Il Dpcm era solo il primo dei due step previsti, ora va messo a punto il secondo, il decreto ministeriale che detterà i criteri per il rientro graduale. «Fornirò apposite indicazioni operative - dice ancora Brunetta - affinché il rientro sia nel rispetto delle misure di contrasto al Covid 19 e coerente con la sostenibilità del sistema dei trasporti». Parole che lasciano intendere due cose: che dovranno essere riviste le norme sul distanziamento e che si interverrà sugli orari d'ingresso e d'uscita dagli uffici, scaglionandoli come già avviene nelle scuole, in modo da evitare che nell'ora di punta si creino assembramenti sui mezzi di trasporto. Si parte dai servizi al cittadino: «Prima chi lavora agli sportelli, poi chi sta dietro agli sportelli, nel back office, e in parallelo le amministrazioni centrali e periferiche». Un ritorno graduale, dunque, con una percentuale che rimarrà comunque in smart working.

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