La Nuova Sardegna

Il giallo dei fogli scomparsi Persa l’agenda della vittima

di Mauro Lissia
Il giallo dei fogli scomparsi Persa l’agenda della vittima

Un esposto della parte civile per chiedere alla Procura di trovare il quaderno Sulla copertina forse anche tracce genetiche che conducono ai mandanti  

30 settembre 2021
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CAGLIARI. La sparizione misteriosa di una piccola agenda ha trasformato in un giallo il processo in Corte d’Assise ad Andrea Pinna (35 anni) di Perdaxius, accusato di aver ucciso per un debito di droga il compaesano ventiquattrenne Fabio Serventi e di averne nascosto il cadavere. Imbrattata da macchie rosse, deformata dall’acqua o dall’umidità, l’agenda apparteneva alla vittima ed è stata trovata dai carabinieri il 4 aprile dell’anno scorso in una cassetta degli attrezzi riposta nel bagagliaio della Punto di Pinna. Gli investigatori sentiti ieri in aula dal pm Rossana Allieri e dall’avvocato di parte civile Patrizio Rovelli hanno confermato di averla vista, è stata in parte fotografata ma nessuno è stato in grado di dire dove sia finita. La parte civile però ritiene indispensabile metterla a disposizione dei giudici - il presidente è Giovanni Massidda - non prima che le macchie rosse rilevate sulla copertina e le tracce genetiche vengano analizzate. Per questo gli avvocati Rovelli e Fabrizio Rubiu hanno presentato un esposto alla Procura della Repubblica e alla Procura generale, dove i legali mettono in evidenza l’anomalia della scomparsa e la mancanza di esami scientifici sul corpo di reato, che ha indotto gli investigatori a liquidare il reperto come irrilevante. In realtà - sostiene la parte civile - l’agendina, sette centimetri, a giudicare dalle immagini piuttosto malandata, potrebbe orientare il processo verso l’area ancora inesplorata del delitto di Perdaxius: se le risultanze investigative, le intercettazioni e altri elementi di prova indicano Pinna come il probabile esecutore materiale dell’omicidio - ha anche descritto l’omicidio in una conversazione intercettata - le indagini non hanno estratto dall’ombra il mandante o i mandanti.

Nell’agenda Serventi annotava le ore di lavoro sostenute da operaio precario, i genitori gliel’avevano regalata per quello. Ma al di là delle altre annotazioni, che secondo i carabinieri non c’erano, il Dna potrebbe essere utile a portare sulla scena del processo altre persone. Mentre la sparizione del reperto, da considerarsi quantomeno strana, lascia aperta la strada a qualsiasi sospetto. Compresa l’ipotesi che non sia andata perduta accidentalmente. Stabilire come sia andata è ora un compito della Procura.

Le condizioni del libretto, sicuramente finito a contatto con l’acqua, darebbero indicazioni sul luogo in cui Fabio Serventi è stato ucciso. Sarebbe stato l’assassino - Pinna, secondo l’accusa - a prenderla da una tasca della vittima e a conservarla, anziché disfarsene. La domanda è: perché accollarsi un rischio del genere? C’è qualcuno a cui doveva consegnarla o semplicemente mostrarla?

Fabio Serventi viveva con i nonni a Is Ergois, nelle campagne di Perdaxius. Il giorno della scomparsa, il 21 marzo, sarebbe uscito dall'abitazione con le ciabatte ai piedi, senza neppure prendere le chiavi o il portafogli, preparato a rimanere fuori solo pochi minuti. Da quel momento non si sono avute più notizie di lui. Ad Andrea Pinna gli investigatori sono arrivati seguendo la scia di alcuni passaggi di mano dello scooter della vittima, ma anche grazie ad una serie di intercettazioni ambientali nelle quali lo stesso imputato ammette con gli amici di aver compiuto un omicidio su commissione.

Il processo andrà avanti il 20 ottobre per ascoltare altri testimoni d'accusa.

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