La Nuova Sardegna

alessia orro, La nipote 

«È stata una grande gioia renderlo orgoglioso di me»

di Claudio Zoccheddu
«È stata una grande gioia renderlo orgoglioso di me»

SASSARI. Quella scena l’ha vista tutta l’Italia. E forse anche qualcuno in più. Sono pochi secondi in tutto, ma ad altissimo coefficiente emozionale. Roba in grado di sciogliere anche i cuori di...

02 ottobre 2021
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SASSARI. Quella scena l’ha vista tutta l’Italia. E forse anche qualcuno in più. Sono pochi secondi in tutto, ma ad altissimo coefficiente emozionale. Roba in grado di sciogliere anche i cuori di pietra. La trama è semplice, per modo di dire: Alessia Orro, campionessa del volley di Narbolia ritorna al suo paese dopo la vittoria all’Europeo, con la medaglia d’oro al collo. È stanca, le si legge la fatica negli occhi, è reduce da una partita infernale e da un viaggio che è durato tutta la notte. Il padre, la madre e la sorella l’hanno prelevata dall’aeroporto per poi scortarla in paese. Quando arriva in piazza c’è una festa organizzata in suo onore. Alessia abbraccia nonna Palmira e subito dopo lo sguardo della campionessa incontra quello di nonno Peppino. La pallavolista si avvicina, i due si guardano senza dire nulla per alcuni secondi, poi si abbracciano e il nonno scoppia in un pianto che fa tenerezza solo a guardarlo. Piange anche Alessia. Quelle che le scolano il viso sono lacrime di una gioia profondissima, difficili da descrivere anche per chi le vissute: «Era stata una giornata molto lunga – ricorda Alessia –. Dopo la vittoria dell’Europeo siamo partite dalla Serbia alle 3 del mattino. Non abbiamo avuto nemmeno il tempo di festeggiare con la squadra, anche se devo dire che ci siamo rifatte con le nostre famiglie. Una volta in Sardegna, all’aeroporto c’erano mio padre, mia madre e mia sorella. Sono loro che mi hanno portato a casa, dove ho trovato tutto il paese che mi aspettava per festeggiare. In piazza c’era mia nonna, Palmira Firinu, e mio nonno, Peppino Scanu. Quando li ho visti ho provato un’emozione fortissima ma quando ho abbracciato mio nonno credo che si sia visto tutto l’amore che lega una nipote al proprio nonno e viceversa. Lui piangeva e piangevo anche io, perché quello è stato uno di quei momenti in grado di ripagare i tanti sacrifici che ho affrontato durante la mia carriera. E poi ero riuscita a rendere orgoglioso mio nonno, ed è stata un’emozione unica». Il legame tra Alessia e nonno Peppino è fortissimo e lo sport lo ha reso ancora più intenso. Anche perché, nonno Peppino, non era esattamente un esperto della disciplina in cui la nipote ormai primeggia a livello continentale. Ma come tutti i nonni, quando si tratta di seguire la vita dei nipoti, anche l’87enne Peppino si è messo al passo: «Quando ho iniziato a giocare a buoni livelli non era molto esperto – racconta ancora Alessia – ma poi si è appassionato ed è diventato il mio tifoso numero 1, insieme a mio padre, mia madre e mia sorella. Adesso conosce tutti i nomi delle mie compagne e vuole sempre sapere quello del mio allenatore». Il perché dell’ultima curiosità è un altro pezzetto di quell’affettuoso collage che può diventare un rapporto tra nonno e nipote: «Me lo chiede perché quando mi sostituiscono se la prende sempre con l’allenatore, sua nipote non si tocca – continua Alessia con un sorriso che accompagna l’attestato di affetto che il nonno esprime ogni volta che guarda la nipote –. Alla fine delle partite mi chiama e mi chiede informazioni che diventano sempre più tecniche». D’altra parte, Peppino dovrà pur guadagnarsi il titolo di primo fan di Alessia. Anche se, a dire il vero, il posto non sembra in discussione. Anzi.

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