La Nuova Sardegna

Da Quartu alla Sicilia Terna presenta il T-Link

di Giuseppe Centore
Da Quartu alla Sicilia Terna presenta il T-Link

Iniziata ieri la tre giorni di confronto con enti locali e portatori di interesse Il cavo scorrerà per 30 chilometri su terra prima di immergersi nel Tirreno

05 ottobre 2021
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CAGLIARI. Primi incontri partecipativi, anche se poco partecipati, da parte di Terna sulla parte sarda del Tyrrhenian-link il cavo ad alta tensione che collegherà Sardegna con la Sicilia e la Campania e che dovrebbe, secondo gli intendimenti di Terna mettere in sicurezza l’intero sistema di produzione e di trasmissione di corrente del sud del paese. Ieri una trentina di persone si sono collegate al sito di Terna, dove gli ingegneri della società pubblica hanno illustrato aspetti tecnici e ambientali di un progetto che sulla carta vale 3,8 miliardi e che nel 2027, anno del suo completamento dovrebbe garantire una stabilizzazione del sistema di trasmissione nel passaggio da termoeletrico a rinnovabili.

Ieri l’incontro ha riguardato la parte relativa a Quartu, e all’area dove il cavo prenderà la via della Sicilia. Si tratta della zona di Terra Mala, lungo la provinciale 17, prima dell’area di Cala Regina. I cavi arriveranno qui da uno dei due punti scelti per la costruzione della grande centrale di compensazione: o in area di Selargius dove Terna ha una stazione o a Settimo San Pietro. In tutto il percorso di questi cavi, interrati sarà di una trentina di chilometri.

Molti più lungo, circa 471 chilometri, sarà il percorso che dall’isola porterà il cavidotto (molto pesante, circa 50 chili a metro) in Sicilia. La nave posacavo dovrà adagiarlo su fondali che arriveranno al massimo a 2100 metri, con una tecnica, detta “jetting” che dovrebbe evitare anche alle massime profondità danni ai fondali. Per quanto riguarda gli scavi sul territorio, che passerà vicino alla spiaggia del Poetto senza lambirla, gli ingegneri di Terna dovrebbero usare un sistema di scavo “orizzontale”, sino all’elettrodo marino vero e proprio che partirà da nove chilometri dalla costa.

Terna conta di mettere in esercizio l’opera cinque anni dopo aver ottenuto tutte le autorizzazioni regionali e nazionali; queste, con le nuove norme volute dal governo dovrebbero ricevere una fortissima accelerazione e semplificazione.

Il cavo sarà doppio, con una potenza di 500 megawatt per ciascun elettrodo e bidirezionale, potendo così svolgere una funzione di trasporto in entrambe le direzioni anche in caso di fuori-servizio di uno dei due poli.

Terna ha ripetuto le ragioni che l’hanno portata a proporre come strategico, e dall’impatto finanziario importante, questo collegamento che accomuna, in negativo, sia la Sicilia che l’isola: un parco termico vecchio, poco efficiente, da rimuovere ma ancora adesso eessenziale per la siruezza della rete; una forte presenza di rinnovabili, per loro natura non programmabili; una scarsa magliatura con la penisola (la Sardegna è collegata solo dal Sapei e dal vecchio Sacoi con Corsica e Toscana), e una forte sensibilità alle perturbazioni della rete. Da parte sua la Campania ha una buona quantità di rinnovabili ma ha una carenza soprattutto dell’alta tensione che non fa sfruttare a pieno titolo proprio le rinnovabili. Il T-Link dovrebbe in un sol colpo risolvere tutti questi problemi, almeno dal punto di vista ingegneristico. C’è poi una parte di politica energetica e industriale che riguarda la capacità e le potenzialità che la Sardegna ha sul fronte delle rinnovabili, su cui è aperto un ampio dossier che vede anche Terna protagonista.

@gcentore. ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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