La Nuova Sardegna

Volotea: no alla procedura Ora rischia di saltare tutto

di Umberto Aime
Volotea: no alla procedura Ora rischia di saltare tutto

La compagnia spagnola non ritira il ricorso e boccia l’iniziativa della Regione

09 ottobre 2021
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CAGLIARI. La Regione getta acqua sul fuoco e prova a essere rassicurante: «Lunedì, dopo le 15, le rotte in continuità territoriale saranno assegnate comunque». È sperabile, ma dopo il fallimento del bando, concluso con un nulla di fatto, la procedura è sempre appesa a un filo solitissimo. Con un contorno, ancora più complicato, di ricorsi depositati al Tar, altri annunciati, e persino possibili reclami all’Unione europea. C’è dell’altro. A preoccupare è anche il rischio che, lunedì, siano ancora in pochi a partecipare alla procedura negoziata, ultima possibilità per assegnare le rotte da e per Alghero, Cagliari e Olbia su Roma e Milano a partire dal 15 ottobre e per sette mesi fino al 14 maggio 2022. Diverse compagnie hanno già comunicato: «Non parteciperemo neanche alla seconda chiamata».

Stato d’emergenza. Ventiquattr’ore fa, sempre la Regione, ha fatto sapere in tutta fretta: «Abbiamo rinvitato dodici compagnie a partecipare alla contrattazione. Le offerte dovranno essere consegnate entro le 13 di lunedì». Gli inviti – come si sa sapeva – sono stati spediti alle stesse aziende convocate, molti giorni fa, per il bando ufficiale: Ita, Ryanair, EasyJet, Volotea, Blue Air, Vueling, DanishAir, Blue Panorama, Neos, Air Malta, Wizz Air e Tajaran jet. Però, va ricordato, che la settimana scorsa solo in due – Ita e Volotea, poi escluse dalla commissione di gara – poi si erano spinte fino alla partecipazione vera e propria, con la consegna delle buste, compresi i relativi ribassi, all’assessorato ai trasporti. Le altre avevano tutte disertato, considerando – si vede – poco appetibile la continuità sarda, nonostante i 37 milioni di compensazioni messi in palio dalla Regione, o perché contrarie agli sconti sui biglietti per i soli sardi, considerando quei prezzi imposti un’alterazione del mercato, almeno secondo la loro versione. Dunque, a questo punto, è sempre più alto il rischio che anche nella seconda chiamata non ci sia la ressa, ma tutt’altro.

Sul piede di guerra. Lette le intenzioni della Regione, Volotea – la prima compagnia a essere esclusa dal precedente bando – ha tirato su le barricate sin da subito. Dopo aver confermato che, in questi giorni, «attendiamo la decisione del Tar sul ricorso depositato contro la bocciatura della nostra offerta di giovedì scorso, imposta dalla commissione solo per alcuni vizi formali nelle buste», e fatto sapere «non sappiamo ancora se parteciperemo o meno alla prossima procedura negoziata», ha ribadito di essere in guerra. «Sin da ora – scrive Volotea – non escludiamo ulteriori azioni legali nei confronti della Regione per il danno subito a causa di quell’esclusione». Per poi affondare i colpi: «Siamo assolutamente contrari alla nuova contrattazione avviata dall’assessorato ai trasporti ed è per questo motivo che non ritireremo il ricorso al Tar».In sostanza, la compagnia low cost spagnola è convinta che i giudici amministrativi finiranno per riammetterla alla gara. Se così fosse, vista la procedura negoziata in corso, si rischierebbe davvero la confusione più totale. Anche Ita, è una indiscrezione, starebbe valutando se presentare uno o più ricorsi dopo essere stata bocciata giovedì. Bocciata, così ha deciso la commissione di gara, perché non sarebbe stata in grado di «garantire la continuità territoriale alle condizioni previste dal bando». In particolare, sempre secondo i commissari, di non avere abbastanza aerei a disposizione, sono i 50 che le saranno girati da Alitalia, mentre gli altri, per ora solo ipotizzati dal piano industriale, «sarebbero ancora incerti nonostante gli annunciati contratti in leasing o affitto».

Però è probabile che Ita, seppure coinvolta a Roma in un’infinità di problemi sindacali e organizzativi, partecipi comunque anche alla seconda chiamata. È controllata in tutto e per tutto dallo Stato, e potrebbe essere convinta, o meglio obbligata, a presentare lo stesso un’offerta. Se così fosse e se lunedì i ribassi di Ita dovessero essere considerati i più vantaggiosi, spetterà poi alla Regione spiegare – e non le sarà facile – come mai una compagnia bocciata una prima volta, invece appena qualche giorno dopo sia dichiarata di nuovo affidabile.

Scarso interesse. Il mercato europeo delle compagnie aeree non s’è certo appassionato, in questi settimane, alla gara per la continuità aerea sarda. Anzi, l’ha snobbata: la partecipazione di due soli concorrenti, rispetto ai dodici invitati, è il vero segnale che a molte compagnie c’è qualcosa che non va giù – a torto o a ragione – dopo aver letto le recenti richieste della Regione per i biglietti scontati, esclusiva dei passeggeri sardi, su Roma (39 euro tasse escluse) e Milano (49 euro). Di sicuro a disertare la seconda chiamata sarà ancora una volta Ryanair. Fonti vicine alla direzione della low cost irlandese hanno commentato: «Le rotte proposte in continuità territoriale non sono allineate alle esigenze del libero mercato e sono uno spreco di soldi dei contribuenti. Soldi che, invece, dovrebbero essere utilizzati per incentivare e stimolare la ripresa del traffico aereo».

Incertezza infinita. È sicuro: almeno fino alle 15 di lunedì nessuno potrà prenotare voli da e per la Sardegna dal 15 ottobre in poi. Cioè quando mancheranno appena e solo tre giorni dall’addio definitivo di Alitalia.



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