La Nuova Sardegna

Emergenza a Nuoro medici verso lo sciopero

di Claudio Zoccheddu
Emergenza a Nuoro medici verso lo sciopero

I sindacati proclamano lo stato di agitazione dell’intera dirigenza medica  Ultimatum alla politica: stop di un giorno se la situazione non verrà risolta

27 ottobre 2021
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NUORO. Fino a poco tempo fa erano gli eroi della pandemia, gli infaticabili in prima linea contro il Covid. Tutti hanno visto i segni delle mascherine sui loro volti, tutti li hanno visti dormire sulle scrivanie durante le (brevi) pause e tutti hanno letto i nomi scritti con il pennarello sulle scomode e spersonalizzanti tute anticontaminazione. Forse era solo una “cotta”, perché gli angeli del Covid sono ritornati all’inferno ancor prima che terminasse la pandemia. E così, pochi e arrabbiati, hanno annunciato al Prefetto di Nuoro e ai vertici della sanità provinciale e regionale, compreso l’assessorato, di essere pronti a scendere in piazza per protestare.

Il caso Nuoro. Le organizzazioni sindacali hanno proclamato “lo stato di agitazione della dirigenza medica e sanitaria della Assl Nuoro”. Le segreterie di Fp-Cgil, Cisl-Fp, Uil-Fpl, Aaroi Emac, Anaao Assomed, Cimo Fesmed e Fassid Sardegna hanno anche annunciato una giornata di sciopero se «le richieste per la situazione disastrosa e le carenze di organico dell'ospedale San Francesco di Nuoro non saranno evase». Una sorta di ultimatum che riprende e amplifica quello arrivato dalle associazioni dei pazienti, dai cittadini e, almeno in parte, dalla politica. Ma non è la prima volta che i medici protestano negli ultimi tempi. Anzi, la storia ha un prologo vecchio di quasi un mese. Era il 4 ottobre quando, come recita il comunicato, “su mandato dell’assemblea dell’Ospedale di Nuoro è stato chiesto un incontro mediante email certificata come da allegato – scrivono i rappresentanti sindacali –. Tale richiesta non ha avuto alcuna risposta e in una nuova assemblea convocata il 19 ottobre, visto il progressivo peggioramento delle condizioni di lavoro e le mancate risposte è stato dato mandato di procedere all’attivazione dello stato di agitazione”. Ma non basta, perché la misura sembra ormai colma: «Quasi tutte le strutture ospedaliere dell’Assl Nuoro hanno carichi di lavoro oltre i limiti, con rischi anche per la popolazione – continuano i rappresentanti i sindacali –. Tanto premesso, queste segreterie preavvisano che in caso di non accoglimento di quanto sopra e di esito negativo del tentativo di conciliazione, porranno in essere ulteriori forme di mobilitazione, ricorrendo anche allo sciopero di tutto il personale della Sanità della Assl di Nuoro».

Sanità ferita. Mentre la politica regionale si rincorre per scaricare le colpe al peggior offerente, i problemi della sanità passano dalla linea teorica a quella pratica. La “sospensione” del lavoro nel reparto di Chirurgia del San Francesco di Nuoro è stata la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso, con gli otto specialisti ridotti a 5, incluso il primario, a causa di tre congedi. La falla era stata tappata con il trasferimento di alcuni specialisti prima da Lanusei e poi da Olbia in una sorta di scambio di “prestiti” degni della più improvvisata sessione di calciomercato mai vista. Ma il domino dei medici ha la stesse regole degli spostamenti delle coperte corte, e se lo scorso fine settimana nel reparto di Chirurgia di Nuoro è stato assicurato (anche) da due medici “prestati” dal Nostra signora della Mercede di Lanusei, lunedì il blocco è toccato proprio all’ospedale Ogliastrino: mancano gli anestesisti e tutte le attività programmate sono state sospese. A Lanusei, dunque, si opera solo in caso di estrema urgenza. Sempre che non manchi la corrente, come accaduto la notte scorsa, con il conseguente trasferimento di quattro pazienti a Nuoro. Per completare il copione della commedia degli equivoci che è diventata la sanità sarda si potrebbero aggiungere le animazioni sospese del San Camillo di Sorgono e del San Martino di Oristano, giusto per restare nella stretta attualità, e l’assenza di pediatri e medici di base in diverse zone dell’isola, ultima quella di Oliena dove più di 4mila cittadini sono rimasti senza assistenza medica.

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