La Nuova Sardegna

Ciro Grillo e i tre amici andranno a processo

di Tiziana Simula
Ciro Grillo e i tre amici andranno a processo

Rinviati a giudizio: due anni fa a Porto Cervo avrebbero abusato di una 19enne

27 novembre 2021
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TEMPIO. Tutti a processo. La decisione è arrivata alle quattro del pomeriggio dopo un’ora di camera di consiglio. Il gup Caterina Interlandi ha rinviato a giudizio Ciro Grillo, il figlio del fondatore del Movimento 5 Stelle e i suoi tre amici, Edoardo Capitta, Vittorio Lauria e Francesco Corsiglia, tutti accusati di violenza sessuale di gruppo nei confronti di una ragazza italo norvegese, residente a Milano, allora 19enne. Il presunto stupro sarebbe avvenuto a Porto Cervo, nella casa di Beppe Grillo, nella notte tra il 16 e il 17 luglio 2019. Grillo Jr, Lauria e Capitta devono rispondere anche di violenza sessuale nei confronti dell’amica della ragazza per un video e alcune foto oscene scattate mentre lei dormiva sul divano. Il processo comincerà il 16 marzo.

«Sono state accolte le nostre richieste, il nostro impianto accusatorio ha retto», ha commentato brevemente uscendo dall’aula il pubblico ministero, il procuratore Gregorio Capasso che ha chiesto il rinvio a giudizio per i quattro 21enni genovesi.

In aula le parti civili rappresentate dagli avvocati Giulia Bongiorno (per la ragazza milanese) e Vinicio Nardo (per l’amica), e i difensori Ernesto Monteverde e Mariano Mameli che assistono Edoardo Capitta, e l’avvocato Gennaro Velle che difende Francesco Corsiglia. Non erano presenti i difensori di Ciro Grillo e Vittorio Lauria, sostituiti dai colleghi.

«Se mi chiedete se sono felice la mia risposta è no perché la mia assistita sta soffrendo tuttora, se mi chiedete se sono soddisfatta la mia risposta è sì. Mai ho assistito a un’eufemizzazione simile, alla volontà di voler sgretolare atti che hanno un significato ben preciso, a un accanimento come quello subìto dalla mia assistita che è stata messa sul banco degli imputati. E non mi riferisco ai difensori, ma a quello che ho letto su alcuni giornali perché c’è stata una distorsione degli atti. E oggi il giudice ha dato una risposta a questo tentativo di sgretolare il materiale probatorio», ha detto l’avvocato Giulia Bongiorno che assiste la giovane che aveva denunciato la violenza sessuale di gruppo. Evidenziando che «il materiale probatorio è consistente. La Cassazione dice che basta la dichiarazione, se attendibile, della persona offesa. Ma noi abbiamo molto di più. Abbiamo la scatola nera», ha rimarcato riferendosi alle intercettazioni nelle quali la giovane racconta alla sua amica cosa era successo quella notte.

Secondo le accuse, i quattro giovani avrebbero costretto la studentessa a subire atti sessuali abusando delle sue condizioni di inferiorità fisica e psichica dovuta all’assunzione di alcol. La ragazza aveva denunciato di essere stata violentata prima da uno di loro, Corsiglia, e successivamente, quando ormai si era fatto giorno ed erano le 9 del mattino, dagli altri tre, Lauria, Capitta e Grillo, che l’avrebbero forzata a bere vodka afferrandola per i capelli e abusando ripetutamente di lei.

I ragazzi respingono le accuse, hanno sempre sostenuto che non c’è stata violenza sessuale, che si è trattato di rapporti consenzienti.

Di sicuro quello che si sta celebrando nel tribunale di Tempio, è un processo complesso. Che non risparmierà dolore per nessuno. Sarà l’istruttoria dibattimentale a fare chiarezza. Per i difensori che ieri hanno chiesto il non luogo a procedere per i loro assistiti «non c’è univocità dei mezzi di prova, non ci sono prove schiaccianti e il dibattimento riserverà delle sorprese».

«È un processo complesso e tutt’altro che univoco nel mostrare i mezzi di prova così dirimenti come li vede la persona offesa – ha detto l’avvocato Mariano Mameli – Neppure la Procura è convinta di questa chiarezza, tutta l’indagine depone per la criticità di questo convincimento. Ci sono racconti della ragazza che non tornano, che non solo non sono confermati, ma smentiti da riscontri obiettivi. È un processo tutt’altro che indirizzato in un piano di univocità e sicurezza».

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