La Nuova Sardegna

Sanità privata, i fondi quasi tutti al Sud della Sardegna

di Claudio Zoccheddu
Sanità privata, i fondi quasi tutti al Sud della Sardegna

La Regione ha autorizzato la spesa di 100 milioni all’anno per un triennio per la proroga dei contratti con le strutture

23 dicembre 2021
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SASSARI. Cento milioni all’anno per tre anni. Il direttore del dipartimento Affari generali della Regione, Antonella Carreras, ha autorizzato la spesa che permetterà di prorogare i contratti stipulati con le strutture sanitarie private nel corso dell’ultimo anno. Si tratta delle prestazioni ospedaliere e di quelle legate all’assistenza specialistica ambulatoriale. L’obiettivo è garantire “la regolarità e la continuità dell’assistenza in favore dei cittadini”, con in primo piano la missione speciale di ridurre le liste d’attesa, smisurata spada di Damocle che pende sul capo della sanità sarda che ha subito gli effetti collaterali della pandemia, con il blocco di numerose prestazioni specialistiche che hanno portato al dilatamento dei tempi, già lunghi prima del Covid. Per il 2021 la Regione ha speso 100.502.877 euro, di cui la gran parte (quasi 99 milioni) proprio per l’assistenza ospedaliera e quella specialistica mentre un milione e mezzo è stato destinato alla copertura del 50 per cento del costo degli incrementi contrattuali del personale non medico.

Nel dettaglio, il prossimo anno la Regione ha destinato 100.302.877 alla sanità privata mentre il tetto dei finanziamenti per il 2023 è stato fissato sui 100.102.887 euro. Un computo da cui è escluso il Mater Olbia. La distribuzione delle risorse è nettamente sbilanciato verso l’Assl di Cagliari, e quindi verso il sud dell’isola, con cinque strutture private sovvenzionate dall’amministrazione pubblica. Nell’elenco figurano la Casa di cura Sant’Anna di Cagliari, a cui la Regione ha destinato un tetto di spesa di 5 milioni e 706mila euro, la clinica Sant’Antonio, sempre a Cagliari, a cui sono stati destinati poco meno di 9 milioni e 500mila euro. Chiudono l’elenco la Casa di cura Villa Elena di Cagliari, a cui sono stati destinati poco meno di 7 milioni di euro, e la Nuova Casa di cura di Decimomannu, il cui tetto di spesa è stato fissato poco al di sotto dei 12 milioni di euro. L’intervento più robusto è quello destinato alla società Kinetika Sardegna Srl, che gestisce tre case di cura (Sant’Anna, Città di Quartu e San Salvatore) e che riceve dalla Regione 40 milioni e 600mila euro, spicciolo più spicciolo meno. Nel resto dell’isola sono stati prorogati i contratti stipulati nel 2021 con il Policlinico Sassarese, di proprietà della Labor Spa, che ottiene dalla Regione quasi 9 milioni di euro. La casa di Cura Madonna del Rimedio, l’unica struttura oristanese nell’elenco, è stata finanziata con poco più di 10 milioni di euro mentre la Clinica Tommasini di Lanusei è iscritta nell’elenco con un “peso” di circa 5 milioni e mezzo. Per evitare che ci siano falle temporali nelle erogazioni, la proroga prevede che ogni struttura debba utilizzare entro ogni mese un dodicesimo del tetto di spesa assegnato per l’anno in corso.

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