La Nuova Sardegna

finanziaria 

Le parti sociali: «Serve una strategia per il rilancio»

CAGLIARI. La Finanziaria 2022, che vale 9,5 miliardi, piace o non piace? I 13 articoli presentati dalla giunta Solinas vanno bene così, oppure dovranno essere corretti prima che il testo entri in...

12 gennaio 2022
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CAGLIARI. La Finanziaria 2022, che vale 9,5 miliardi, piace o non piace? I 13 articoli presentati dalla giunta Solinas vanno bene così, oppure dovranno essere corretti prima che il testo entri in aula a cavallo fra gennaio e febbraio? La commissione bilancio del Consiglio regionale ha cominciato a raccogliere i pareri delle parti sociali.

Le critiche. I sindacati, in aula erano presenti solo la Cgil e i delegati della Confsal, sono stati critici. Samuele Piddiu, segretario della Cgil, dopo aver denunciato che «ancora una volta è mancato il confronto col presidente della Regione», ha aggiunto: «Questa non è una manovra politica, perché tutto fa tranne che mettere sul tappeto un disegno strategico per la Sardegna, nonostante le risorse non manchino. Purtroppo le azioni a favore del lavoro sono assenti. Invece è tutto molto autoreferenziale con un’infinità di regalie e interventi a pioggia». La Confsal, con Elia Pili, ha insistito sull’emergenza sanitaria: «I problemi potranno essere risolti solo se sarà azzerato il numero chiuso nelle facoltà di medicina», mentre per quanto riguarda il rilancio dell’economia ha sottolineato: «Gran parte gran parte delle risorse non dovranno essere sprecate in utili contributi a fondo perduto».

Luci e ombre. Roberto Bolognese, Confesercenti, e Sara Pintus, Confcommercio, hanno detto sì ai 30 milioni a favore del commercio, ma sollecitato anche un intervento mirato a favore dei centri commerciali naturali soprattutto nelle zone interne. Sempre di lotta allo spopolamento, è uno dei temi forti della Finanziaria, ha parlato Giorgio Del Piano, Confapi, «Per frenare la fuga, bisogna realizzare infrastrutture che attraggano cittadini e imprese». Sono state invocate poi maggiori risorse a sostegno delle imprese virtuose che hanno resistito alla pandemia e «un piano straordinario per recuperare il terreno perduto nelle esportazioni». Secondo Francesco Porcu, Cna, «la Legge di stabilità accenna solo in minima parte quali obiettivi dovranno essere centrati per «irrobustire la ripresa economica e poi definire le coordinate entro cui avviare la gestione del Pnrr e dei Fondi europei 2021-2027». Maurizio Onorato (Confagricoltura) ha sollecitato «la rapida approvazione della Manovra per evitare altri mesi di esercizio provvisorio». Pietro Tandeddu (Coopagri) ha sottolineato che per l’agricoltura ci sarebbero disposizione 230 milioni di euro ma sono sulla carta, perché «40 finiranno ai Consorzi di bonifica e con 120 milioni saranno pagati gli stipendi delle Agenzie regionali». Di conseguenza – ha concluso – «il vero finanziamento sarà di appena 70 milioni». Giudizio condiviso da Luca Saba (Coldiretti) «il continuo e spropositato peso della burocrazia purtroppo condizionerà tutte le scelte della politica». Confindustria, che non era presente, ha inviato un documento e la sintesi è questa: «Sarà fondamentale mantenere un approccio integrato nella spesa, a prescindere dalla matrice europea, nazionale o regionale dei fondi. È e dovrà essere un passaggio necessario per evitare sprechi e cogliere invece quei grandi obiettivi capaci di imprimere uno sviluppo non assistenziale ma fondato sulle imprese e sul lavoro».



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