La Nuova Sardegna

Sardità tradizionale o gourmet

di Luca Urgu
Sardità tradizionale o gourmet

La puntata di “4 Ristoranti” girata in Barbagia apre il dibattito Confronto tra gli chef in lizza nel programma di Borghese

28 gennaio 2022
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Quattro moschettieri a sfidarsi nella trasmissione cult di Alessandro Borghese a colpi di forchetta, di sapori forti e con piatti anche elaborati. Una contesa gastronomica tra ambasciatori del gusto di un vasto territorio che mostrano di sapere usare anche il fioretto e la spada. La puntata tutta barbaricina che ha visto vincere il mamoiadino Mauro Ladu («esperienza molto positiva, nuova diversa, interessante. Ho conosciuto tre compagni di avventura che prima possibile andrò a trovare e tre posti molto belli a me sconosciuti») ha riservato sorprese, suspence, qualche polemica soprattutto nel modo di vedere la cucina barbaricina, tra puristi della tradizione e la rivisitazione gourmet. Oggi a distanza di qualche settimana dalla trasmissione andata in onda su Sky c’è tempo per una riflessione non più di pancia ma meditata. Per registrare la puntata agli inizi di luglio erano stati necessari ben 4 giorni scanditi da ritmi frenetici, un po' di ansia da prestazione, ma anche sicurezza per quel percorso personale che ognuno dei ristoratori aveva intrapreso con decisione e con una chiara visione delle proprie potenzialità e dell’offerta enogastronomica da proporre. Anche stavolta, i quattro ristoratori in gara. (Mauro Ladu con il ristorante Abbamele di Mamoiada, Lino Ruiu di Sant’Elene e Nanni Nieddu dell’agriturismo Canales di Dorgali e Federico di Su Pinnettu di Olzai) hanno votato– con un punteggio da 0 a 10 – location, menu, servizio, conto del ristorante che li ospita e una quinta categoria. «Non entro nel merito del giudizio finale che posso anche non condividere, prendo il meglio di questa esperienza che anche alla nostra azienda ha dato molta visibilità, abbiamo vissuto una situazione anomala e ci siamo confrontati con altre realtà», dice Nanni Nieddu, che ha iniziato oltre trent’anni fa la sua avventura nella ristorazione e nell’accoglienza in un luogo splendido che domina il Cedrino. «Tutta la troupe era composta da grandi professionisti ed è stato un piacere conoscere Borghese che si fatto apprezzare per il suo modo di fare». Il suo compaesano è allineato alla filosofia di Nieddu. E i due anche in trasmissione hanno mostrato di avere un feeling che emergeva nei giudizi espressi per gli altri due concorrenti. «Sia chiaro, le nostre cucine erano diverse. Si capiva poi che si cercava lo scontro tra noi. Era una questione di audience. Io esprimevo comunque i miei giudizi serenamente senza denigrare nessuno», rimarca Lino Ruiu, chef da 50 anni e appassionato di tradizioni della cultura pastorale da cui anche lui proviene. «Certi piatti secondo me vanno proposti così, ma rispetto anche chi segue altre vie. Ma il pane frattau è il pane frattau così come altre cose che appartengono al nostro dna. Dopo la puntata anche io ho ricevuto tanti messaggi e telefonate. In tanti hanno detto che sono stato il paladino della sardità e questo ovviamente mi fa molto piacere dato che i miei sforzi negli anni in questa direzione non sono stati affatto pochi». E se Dorgali, pastorale ma anche molto turistica con la frazione di Cala Gonone a due passi vede fino ad autunno inoltrato i turisti, ad Olzai, piccolo centro nel cuore della Barbagia di 800 anime serve molto più coraggio e tenacia per aprire un agriturismo che chiuda la filiera dell’allevamento del bestiame e della coltivazione di orzo e masi. Da tre anni ci sono riusciti Federico Azuni, 30 anni, e la sua famiglia che mettono cuore e anima nell’azienda. «Qualche colpo basso è arrivato ma andiamo avanti a testa alta. Chi ci conosce sa quanto tempo dedichiamo al lavoro. Anche io prendo tutto quello di buono arrivato dall’esperienza dopo quasi un anno e mezzo di chiusura per la pandemia. Ero abituato ai silenzi e alla solitudine ed è stata una bella botta di vita».

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