La Nuova Sardegna

Condanna ridotta ma per la Barracciu è l’addio alla politica

di Mauro Lissia
Condanna ridotta ma per la Barracciu è l’addio alla politica

Pena scontata all’appello-bis grazie alla prescrizione La legge Severino preclude però qualsiasi ricandidatura 

10 febbraio 2022
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CAGLIARI. Arriva l’ultimo sconto di pena per Francesca Barracciu, l’ex sottosegretaria ai beni culturali e consigliera regionale del Pd condannata definitivamente per peculato legato all’uso illegale di 77 mila euro del gruppo politico regionale di centrosinistra: dopo il rinvio deciso il 23 ottobre di due anni dalla Corte di Cassazione, che aveva rilevato la prescrizione di una parte dei reati contestati confermando la colpevolezza dell’imputata, la Corte d’Appello di Cagliari ha tagliato sei mesi rispetto alla sentenza di secondo grado e la pena è calata da tre anni e tre mesi a due anni e nove mesi. Con lo sconto deciso ieri mattina sparisce dalla sentenza-bis l’interdizione dai pubblici uffici, ma per l’eventuale carriera politica dell’ex viceministra non cambia nulla: la legge Severino vieta a chi ha subìto una condanna definitiva superiore ai due anni di reclusione per i reati indicati - fra questi c’è il peculato - di candidarsi a qualsiasi carica elettiva. Niente carcere, però: la Barracciu dovrebbe beneficiare dell’affidamento in prova ai servizi sociali.

In teoria un nuovo ricorso per Cassazione potrebbe riaccendere la speranza di ottenere un ulteriore sconto di pena ma l’avvocato Franco Luigi Satta, che ha difeso la Barracciu nei quattro giudizi pubblici, ha escluso questa possibilità lasciando aperta solo quella di un ricorso alla Commissione europea per i diritti dell’uomo. Il celebre penalista ha segnalato negli atti d’appello il fatto che a consegnare impropriamente alla consigliera regionale di Sorgono il denaro destinato alle attività istituzionali - speso secondo la difesa in carburante - fosse il presidente del gruppo, il che a suo giudizio escluderebbe l’elemento dell’appropriazione: «La Corte d’Appello e la Cassazione non hanno tenuto conto di questo elemento - ha spiegato l’avvocato Satta - quindi ora valuteremo se rappresentarlo alla Cedu».

In ogni grado del giudizio l'ex consigliera ha sempre respinto le accuse affermando di aver speso la somma contestata soltanto per attività istituzionali. Una tesi caduta nei vari giudizi sulla base dell'ampia documentazione raccolta dagli investigatori della polizia giudiziaria. Nel corso dell'indagine, coordinata dal pm Marco Cocco, saltò fuori infatti che in alcuni dei giorni indicati dalla difesa della Barracciu come trasferte di contenuto istituzionale la consigliera si trovava altrove, anche all'estero. Certezze investigative maturate grazie alle tracce lasciate da Visa e bancomat.



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