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La Sardegna e la scelta verde anche il metano perde appeal

La Sardegna e la scelta verde anche il metano perde appeal

Terna punta sulle rinnovabili rese appetibili dalle nuove “capacità di riserva” Le centrali entreranno in servizio entro il 2024 e saranno collegate alla rete

23 febbraio 2022
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CAGLIARI. Un sistema energetico fortemente dipendente dall’estero e in fase di profonda trasformazione (dal carbone, al metano e poi alle rinnovabili) ha bisogno di una capacità di riserva sempre pronta a entrare in funzione, dopo frazioni di secondo, in caso di squilibri di rete o cadute di produzione.

Terna, ma anche il sistema spagnolo funziona similarmente, ha disegnato un mercato delle capacità dove la componente regolata di tutte le bollette elettriche paga i costi fissi di una serie di centrali in base alla loro potenza e non in base alla produzione effettiva: che lavorino 50 ore all’anno o 6000, quelle centrali sono remunerate allo stesso modo proprio perchè sono strategiche. E gli operatori fanno a gara per presentare progetti dedicati al mercato delle capacità.

Le sue dinamiche sono semplici, ma hanno un impatto importante sia sui conti dei partecipanti che sul sistema elettrico.

L’asta. Terna appronta l’asta, ma lascia liberi i partecipanti di scegliere progetti e tecnologie proposte. L’asta è tecnologicamente neutrale. Si può partecipare proponendo una centrale a gas, o un sistema di centrale idroelettrica, un impianto eolico o fotovoltaico con annesse batterie. Una qualsiasi tecnologia proposta è ben accetta. Chiaramente adesso presentare una proposta per una centrale a carbone sapendo che al 2025 le centrali a carbone vanno chiuse è un controsenso, così come lo è presentare progetti per fonti minori come la geotermia e le biomasse. Servono tecnologie sicure, dai costi certi e dalla affidabilità elevata.

Il punto importante è che chi partecipa con un progetto, dettagliatissimo (non una lista della spesa), in pratica un progetto esecutivo che ha bisogno solo delle autorizzazioni finali, si impegna (a rischio di dover pagare penali salatissime a realizzarlo in dettaglio e nei tempi indicati, e una volta completato a rispettare quello che è un vero contratto tra Terna, che acquista l’energia, e il produttore che la vende. Nonostante le apparenze, il sistema del mercato delle capacità non è altro che una politica di scelta e realizzazione di centrali elettriche fatta con soldi pubblici. Ecco perchè chi vi partecipa punta su tecnologie pronte e sicure, sino a ieri quelle del gas, che sono libere anche da vincoli sulle emissioni.

Gli scenari. Il mercato delle capacità per l’isola apre scenari impensabili sino a pochi mesi fa. Nel caso della Sardegna il produttore si impegnerà a realizzare qui, e non altrove, a nord e a sud, le due centrali formate da rinnovabili e batterie, che devono entrare in esercizio entro il 2024, devono essere collegate alla rete Terna e devono essere sicure. Di fronte agli obblighi ci sono i vantaggi: soldi certi, per 15 anni, con un tasso di remunerazione del capitale di riferimento che nell’ultima asta si avvicina al 5 per cento annuo.

La Sardegna in questa tornata ha svolto un ruolo di primo piano: quasi la metà di tutta la capacità assegnata per nuovi accumuli è stata assegnata qui, quasi a dimostrare la peculiarità e la centralità, in una prospettiva futura di decarbonizzazione hard o light, del caso sardo.

Adesso arriverà la fase più delicata. Puntare sulle rinnovabili e gli accumuli in maniera così radicale spingerà fuori anche prima del tempo il carbone, sicuramente prima del 2028 e lascia aperte incognite sul sistema metano, già debole di suo, che nei prossimi giorni dovrebbe essere varato con la firma da parte del presidente del Consiglio del decreto che disegna pezzi di rete e sistemi di approvvigionamento del gas.(g.cen.)

@gcentore. ©RIPRODUZIONE RISERVATA.
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