Il processo va avanti, Becciu: «Finalmente ora posso parlare»
Respinte tutte le eccezioni di nullità avanzate dalle difese. Il cardinale sarà sentito come imputato il prossimo 17 marzo
02 marzo 2022
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CITTÀ DEL VATICANO. Il processo in Vaticano sulla gestione dei fondi della Segreteria di Stato, dopo sette mesi e due giorni dall'inizio, abbandona la fase procedurale ed entra finalmente nella trattazione del merito, tra cui la compravendita del palazzo di Sloane Avenue a Londra. Nell’udienza di ieri il Tribunale ha respinto tutte le eccezioni difensive sulla nullità della citazione a giudizio.
Le difese si sono già riservate l'impugnazione. I giudici hanno fissato al 17 marzo la prossima udienza, nella quale sarà interrogato il cardinale Angelo Becciu, limitatamente all'accusa relativa ai fondi che sarebbero stati inviati in Sardegna alla diocesi di Ozieri e alla Cooperativa Spes. Il presidente del Tribunale, Giuseppe Pignatone, ha chiesto alle difese quali imputati dessero la disponibilità a essere interrogati.
Dopo quelle date dalle difese del cardinale Becciu, di Fabrizio Tirabassi, di René Bruelhart e Tommaso Di Ruzza - mentre non l'ha data la difesa di Raffaele Mincione e quella di Gianluigi Torzi non è stata ancora in grado di dirlo -, il difensore di Cecilia Marogna, Fiorino Ruggio, ha opposto all'interrogatorio della ex manager cagliritana un asserito “segreto Nato”. «La mia assistita – ha riferito – ha scritto alla Segreteria di Stato, allo Stato italiano e alla Nato, sollevando il proprio obbligo alla segretezza». Il presidente Pignatone ha replicato di poter «scrivere alla Segreteria di Stato per chiedere chiarimenti, ma alla Nato certo, per le mie competenze, non posso scrivere». Aggiungendo una battuta: «ora sarà anche in altre faccende affaccendata».
Angelo Becciu invece ha accolto favorevolmente la fissazione del proprio interrogatorio: «Finalmente arriva l'ora di dire la verità – ha detto –. Bene. Inizia il dibattimento e così... È da sette mesi che aspettavo. E adesso posso parlare. Sono contento anche di essere il primo a testimoniare». E sul fatto che la co-imputata Cecilia Marogna si sia detta vincolata dal segreto, «è da chiarire, vediamo – ha osservato –. Io sono pronto a rispondere. Chiaro, se c'è il segreto lo dovrà mantenere».
I legali di Becciu, Fabio Viglione e Maria Concetta Marzo, hanno diffuso una nota: «Siamo pronti a dimostrare, in modo inconfutabile, la piena innocenza del cardinale da ogni accusa. Accogliamo con favore la celerità del dibattimento e già alla prima udienza potremo finalmente cominciare un chiarimento nei fatti di fronte al Giudice terzo. Potrà così essere accertata la piena correttezza del cardinale e del suo operato».
Nelle sue 40 pagine di ordinanza, il Tribunale ha definito «del tutto irrilevanti» le eccezioni delle difese.
Le difese si sono già riservate l'impugnazione. I giudici hanno fissato al 17 marzo la prossima udienza, nella quale sarà interrogato il cardinale Angelo Becciu, limitatamente all'accusa relativa ai fondi che sarebbero stati inviati in Sardegna alla diocesi di Ozieri e alla Cooperativa Spes. Il presidente del Tribunale, Giuseppe Pignatone, ha chiesto alle difese quali imputati dessero la disponibilità a essere interrogati.
Dopo quelle date dalle difese del cardinale Becciu, di Fabrizio Tirabassi, di René Bruelhart e Tommaso Di Ruzza - mentre non l'ha data la difesa di Raffaele Mincione e quella di Gianluigi Torzi non è stata ancora in grado di dirlo -, il difensore di Cecilia Marogna, Fiorino Ruggio, ha opposto all'interrogatorio della ex manager cagliritana un asserito “segreto Nato”. «La mia assistita – ha riferito – ha scritto alla Segreteria di Stato, allo Stato italiano e alla Nato, sollevando il proprio obbligo alla segretezza». Il presidente Pignatone ha replicato di poter «scrivere alla Segreteria di Stato per chiedere chiarimenti, ma alla Nato certo, per le mie competenze, non posso scrivere». Aggiungendo una battuta: «ora sarà anche in altre faccende affaccendata».
Angelo Becciu invece ha accolto favorevolmente la fissazione del proprio interrogatorio: «Finalmente arriva l'ora di dire la verità – ha detto –. Bene. Inizia il dibattimento e così... È da sette mesi che aspettavo. E adesso posso parlare. Sono contento anche di essere il primo a testimoniare». E sul fatto che la co-imputata Cecilia Marogna si sia detta vincolata dal segreto, «è da chiarire, vediamo – ha osservato –. Io sono pronto a rispondere. Chiaro, se c'è il segreto lo dovrà mantenere».
I legali di Becciu, Fabio Viglione e Maria Concetta Marzo, hanno diffuso una nota: «Siamo pronti a dimostrare, in modo inconfutabile, la piena innocenza del cardinale da ogni accusa. Accogliamo con favore la celerità del dibattimento e già alla prima udienza potremo finalmente cominciare un chiarimento nei fatti di fronte al Giudice terzo. Potrà così essere accertata la piena correttezza del cardinale e del suo operato».
Nelle sue 40 pagine di ordinanza, il Tribunale ha definito «del tutto irrilevanti» le eccezioni delle difese.