La Nuova Sardegna

Vaccini Covid, tutto archiviato a Oristano: non ci furono “furbetti”

Enrico Carta
Vaccini Covid, tutto archiviato a Oristano: non ci furono “furbetti”

Il Gip mette la parola fine alla vicenda che aveva coinvolto medici e infermieri

12 giugno 2022
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ORISTANO. È archiviazione per tutti e sedici. L’inchiesta Saltalafila, quella dei presunti furbetti dei vaccini, si è chiusa con un nulla di fatto. La Procura, che aveva contestato il peculato a medici e infermieri dell’équipe vaccinale che aveva avviato la campagna di somministrazione delle dosi contro il covid, si è fermata di fronte a tre pronunciamenti consecutivi dei giudici e alle loro motivazioni. Che non ci fu alcun reato lo stabilisce definitivamente il provvedimento con cui la giudice per le indagini preliminari, Silvia Palmas, ha accolto la richiesta di archiviazione formulata dal pubblico ministero Andrea Chelo che, sotto la supervisione del procuratore di allora, Ezio Domenico Basso, aveva condotto un’inchiesta che sembrava poter fare da apripista ad altre simili in Italia.

Ha invece dovuto fare i conti con un’interpretazione della legge diversa rispetto a quella data dalla procura e con una serie di precedenti sentenze e orientamenti della giustizia italiana che hanno portato il fascicolo su un binario morto. A finire sotto inchiesta erano stati i medici Peppinetto Figus, 64 anni di Ales, allora direttore del Distretto Sanitario di Oristano; Clelia Peddio, 65 anni, responsabile del poliambulatorio di via Michele Pira; Salvatorangelo Piredda, 54 anni di Paulilatino, coordinatore dei tre poliambulatori territoriali che fanno capo all’Asl; Ninni Pisanu, 66 anni di Oristano; Giovanni Battista Angioi, 67 anni di Oristano, Bruno Carta, 66 anni di Oristano, Francesca Maria Fadda, 55 anni di Oristano, Rosella Meloni, 61 anni di Cabras, Anna Maria Perria, 63 anni di Narbolia, Marco Aurelio Tuveri, 59 anni di Terralba, Efisio Trincas, medico ed ex sindaco di Cabras. Accanto a loro c’erano le infermiere Anna Paola Casu, 63 anni di Uras; Annunziata Deligia, 55 anni di Tonara; Giovanna Sarai, 60 anni di Asuni, Sara Patta, di Samugheo, Maria Grazia Pireddu, di Oristano.

Per tutti, dopo un anno e due mesi di attesa e preoccupazioni, è arrivata l’archiviazione. Nell’accoglierla, la giudice Silvia Palmas ha riproposto pressoché tutte quelle argomentazioni che aveva opposto alla procura nel momento in cui era stata chiesta la sospensione cautelare dal lavoro per Peppinetto Figus, Salvatorangelo Piredda e Clelia Peddio. L’accusa muoveva i propri passi dal fatto che, durante la primissima fase della campagna vaccinale, il gruppo di medici e infermieri avesse somministrato le dosi a parenti e amici, sottraendole così ad altre categorie che avrebbero dovuto avere la precedenza.

Il primo scoglio su cui si è fermata l’inchiesta era di tipo procedurale: chi aveva ricevuto le dosi sarebbe dovuto essere a sua volta indagato per concorso in peculato, motivo per cui non avrebbe potuto essere allo stesso tempo essere testimone. La giudice ha però chiarito che anche di fronte a questo aspetto procedurale, a contribuire all’archiviazione dell’inchiesta è il fatto che nessun reato è stato commesso. A supporto di questa tesi, che aveva già avuto conforto nei pareri del tribunale del Riesame e della Corte di Cassazione, ha poi portato una serie di dettagliate argomentazioni nel merito.

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