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Babudieri: «Picchi di contagi? È estate, è normale e potete anche chiamarla influenza»

Luigi Soriga
Babudieri: «Picchi di contagi? È estate, è normale e potete anche chiamarla influenza»

Il responsabile di Malattie Infettive (Aou Sassari) parla delle nuove varianti in circolazione

27 giugno 2022
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Sassari In un solo giorno poco meno di duemila nuovi casi. Un tasso di positività che si aggira al 30%. La Sardegna è nuovamente terreno fertile per il Covid, dove il tasso di diffusione sembra essere il più alto di Italia. «È arrivata l’estate, col caldo sono arrivati i turisti, e con i turisti arriva il virus. È un film già visto da due anni, tutto come da copione». Il professor Sergio Babudieri, responsabile dell’unità operativa di Malattie Infettive dell’Aou di Sassari, non è né stupito e né preoccupato. «Accade questo: ogni variante che sovrasta le altre sarà sempre più infettante. Se così non fosse, d’altronde, non prevalerebbe. Più risulta contagiosa e meno è controllabile. E questo è il motivo per cui, il virus circola velocemente, e ancora di più in Sardegna, dal momento che siamo in piena stagione turistica».

Quindi sarà inevitabile che tutti, prima o poi, saranno contagiati?
«È bene che entri bene in testa: presente quando tutti ci becchiamo il raffreddore? Con il covid ormai sarà la stessa cosa. È tempo di derubricarlo a comune influenza pre 2020. E mettere in conto che, a meno di essere un paziente fragile con patologie pregresse, tipo diabete, problemi cardiaci, oncologici e via dicendo, ce la caveremo con una settimana a casa con tosse, febbre, e una cura di antivirali».

Niente ospedalizzazioni?
«Chi viene ricoverato, non è a causa del covid. Ha altri problemi, entra in ospedale, gli fanno il tampone, e risulta positivo. I vaccini, ormai è appurato, danno una protezione clinica, evitano le complicazioni respiratorie, ma non sono una barriera per le infezioni. Quindi i contagi ci saranno sempre, ma non si rischierà la vita. Con gli antivirali orali e tra poco con gli anticorpi monoclonali intramuscolo, ci si difende efficacemente. Per questo voglio ancora ribadire una cosa importante: tenete i vostri nonni alla larga dall’ospedale, portateli solo se strettamente necessario. Le persone anziane sono pazienti delicati. Se entrano e sono positivi al test, poi finiscono in isolamento e rischiano di non uscire più».

La pandemia è già diventata endemia?
«A mio parere sì. C’è un interessante studio filogenetico sull’influenza russa, che dal 1889 al 1895 fece un milione di morti nel mondo. Non fu mai dimostrato che si trattò di un virus influenzale. Ora il recente studio ipotizza che il virus sia nato in un allevamento di bovini, e dalle vacche sia stato trasmesso all’uomo. Quindi si tratterebbe di coronavirus, lo stesso genere cui appartiene il SARS-CoV-2 responsabile dell'attuale pandemia di Covid-19. Le analogie sono tante, come ad esempio i sintomi, cioè la perdita di gusto e olfatto. Quella pandemia durò 6 anni, ma all’epoca non c’erano vaccini e terapie. Le forme più aggressive i primi anni, le recidive più blande. Ecco, sembrerebbe esserci un parallelismo con ciò che stiamo vivendo. Ma i vaccini hanno già fortificato il nostro apparato immunitario, chi non si è vaccinato lo ha fatto naturalmente attraverso i contatti, e la pandemia è già nella fase endemica. Bisogna comportarsi come per le influenze. Chi non vuole stare a letto una settimana, può sempre usare la mascherina».

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