La Nuova Sardegna

Olbia

Il crack del Geovillage trascina Docche in carcere

Marco Bittau
Il crack del Geovillage trascina Docche in carcere

L’imprenditore olbiese è stato arrestato dalla guardia di finanza. Respinta la richiesta di custodia cautelare per gli altri quattro indagati

30 giugno 2022
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Olbia Il Geovillage per Gavino Docche è come un incubo che ritorna. Spettro degli spettri, la guardia di finanza di Olbia, al comando del capitano Carlo Lazzari, ieri si è materializzata alla porta della sua casa, di buon mattino. In mano un’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip del tribunale di Tempio, Caterina Interlandi, su richiesta del procuratore Gregorio Capasso. L’imprenditore 69enne di Olbia, costruttore e “dominus” del complesso turistico sportivo nella zona industriale, è stato arrestato con l’accusa di bancarotta fraudolenta aggravata, falso in bilancio e mancato versamento di ritenute d’acconto. In pratica, tre macigni per un maxi debito di 158 milioni di euro.

Nel corso della stessa indagine, l’anno scorso Gavino Docche e il figlio Fabio erano finiti agli arresti domiciliari, accusati di turbativa d’asta. Per l’imprenditore, invece, questa volta si sono aperte le porte del carcere, mentre per altri quattro indagati il tribunale ha respinto la richiesta di custodia cautelare. Sono Fabio Docche, figlio 38enne del costruttore (difeso dagli avvocati Pasquale Ramazzotti e Bruno Puddu); Anna Costaggiu, 68enne moglie di Docche; Salvatore Bianco amministratore di una delle società della galassia Geovillage (difeso dall’avvocato Attilio Chirico); Gian Luigi Puggioni, commercialista 47enne (difeso dall’avvocato Carlo Selis). Gavino Docche, invece, è difeso dagli avvocati Gianluca Tognozzi, Pietro Carzedda e Danilo Romagnino. Tutti, in attesa di conoscere compiutamente le contestazioni, non hanno rilasciato dichiarazioni.

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In effetti, nelle 106 pagine dell’ordinanza di custodia cautelare c’è un bel po’ da leggere. Tutto ruota intorno al fallimento Geovillage, o meglio: ai quattro fallimenti di altrettante società di Docche (la Geocostruzione srl fallita nel 2012, la Geogramma srl fallita nel 2014, la Sviluppo Olbia spa fallita nel 2016, la Real Effegi srl fallita nel 2021).

«Le quattro società erano strettamente collegate tra loro e detenevano partecipazioni reciproche – ha spiegato il procuratore Gregorio Capasso –. Si tratta di un gruppo di società caratterizzate da frequenti e diretti rapporti commerciali e finanziari incrociati, tutte facenti capo all’imprenditore e a soggetti a lui legati da vincoli familiari e di collaborazione». «Sulla base delle complesse indagini svolte, anche di natura tecnica, delle consulenze contabili acquisite e delle relazioni dei curatori fallimentari delle società fallite – aggiunge il procuratore – sono state individuate e contestate una serie di bancarotte fraudolente pluriaggravate, falsi in bilancio aggravati e omessi versamenti di ritenute d’acconto, previdenziali ed assistenziali per considerevoli importi, che hanno determinato, tra il 2008 e il 2021, il dissesto e il successivo fallimento delle società».

Dati alla mano, il valore immobiliare complessivo, nelle procedure concorsuali relative al periodo 2012/2014 delle società fallite Sviluppo Olbia, Geocostruzioni e Geogramma, era stato stimato in circa 97 milioni di euro. Il debito accumulato dalle società che si sono susseguite nella gestione del Geovillage è pari a circa 158 milioni di euro, di cui 43 milioni a danno dell’erario e degli enti previdenziali.

«Nel maggio 2021 era già stato sottoposto a sequestro l’intero compendio immobiliare per sottrarlo alla gestione corrente degli amministratori indagati – conclude il procuratore Capasso – sequestro poi revocato a favore della curatela fallimentare per consentire al giudice delegato al fallimento una migliore gestione del compendio attraverso la conclusione di un contratto di affitto o di cessione dei beni del fallimento e, dunque, la ripresa delle attività sportive e turistico-ricreative all’interno del Geovillage e l’occupazione del personale addetto».

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