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Il falò di Sant’Antonio abate al Circolo culturale sardo “Logudoro” di Pavia


	Un momento della festa di Sant'Antonio abate al Circolo sardo "Logudoro" nel 2020
Un momento della festa di Sant'Antonio abate al Circolo sardo "Logudoro" nel 2020

Dopo lo stop per la pandemia, riprende la tradizione legata all’eremita che regalò il fuoco agli uomini rubando al diavolo un tizzone ardente

26 gennaio 2023
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Pavia «Nel mese di gennaio, il 17, ricorre la festa di Sant’Antonio abate, che oramai non festeggiamo da due anni a causa della pandemia. Per questo anno abbiamo invece deciso di ripetere quella che oramai per il Circolo è una tradizione, festeggiando la ricorrenza nei nostri modi consueti». È con queste parole che Paola Pisano, presidente del Circolo culturale sardo “Logudoro” di Pavia, annuncia l’appuntamento di sabato prossimo, 28 gennaio 2023. «Per ragioni di opportunità – spiega – abbiamo deciso di spostare la celebrazione a sabato, con inizio alle ore 15,30, sempre con la sospensiva nel caso ci fossero restrizioni agli assembramenti a causa del Covid».

La festa si svolgerà nei modi per noi abituali: un gruppo di signore volontarie confezioneranno le tradizionali torte, mentre gli uomini penseranno al falò, che questa volta, per ragioni di sicurezza e in ottemperanza alle disposizioni comunali sulla materia, sarà di dimensioni ridotte e quasi simboliche.

La serata si chiuderà con il consueto buffet (più le torte) offerto dal Circolo a tutti i partecipanti.

«Quest’anno – aggiunge il vice presidente vicario Paolo Pulina –, nella ricorrenza della festa di Sant’Antonio Abate (il santo che ha regalato il fuoco agli uomini rubando al diavolo un tizzone ardente e che, per questo, non solo in Sardegna viene chiamato “Sant’Antonio del fuoco”), il Circolo “Logudoro” di Pavia può finalmente riprendere “Su Fogarone de Santu Antoni”, secondo un’usanza che si tramanda in molte regioni d’Italia, compresa la Lombardia».

Nel cortile interno della sede del “Logudoro” (via Santo Spirito 4/A), verrà acceso un piccolo falò, attorno al quale i presenti percorreranno sei giri (che hanno un significato propiziatorio o di ringraziamento per grazie ricevute), tre volte in senso orario e tre volte in senso antiorario, tenendo tra le mani chi una bottiglia di vino e chi uno dei dolci tipici, specifici di questa festa: “sos cogones” di Sant’Antonio, tipo di focacce decorate con bucce di arancia, marmellata e sapa.

«Dopo questi movimenti – chiude Pulina –, i partecipanti a questo rito della più genuina tradizione sarda, utilizzando un pezzo di sughero annerito sulla brace, tracceranno il segno della croce sulla fronte.

Coordinamento organizzazione: Angela Congiu

Collaboratori: Paola Pisano, Paolo Pulina, Lucio Casali, Gesuino Dente, Salvatore Mameli, Costanzo Michele Mugone.

Gosos de Sant’Antoni de su vogu

scritti da Grazia Tendas (originaria di Dorgali)

I gosos indicano in Sardegna dei canti di tipo devozionale dedicati ai Santi o alla Madonna.

1.

In su sempiternu Gosu

Deus t’ad chertu collocare.

Sant’Antoni Gloriosu

Potad pro noi pregare

2.

D’animales protettore

Ti prego Antoni Santu

Dai chelu aggiua tantu

Su massaiu e-i su pastore

E dogni travalladore

Proteggi in particolare.

Sant’Antoni Gloriosu…

3.

Su vogu chi nos ar dadu

Est simbulu de amore

Ma in arma de dolore

Pro medas s’est trasformadu.

Sas campagnas chi an brusadu

Non si poden pius contare.

Sant’Antoni Gloriosu…

4.

A s’emigradu lontanu

Daeli fortza abbundante

Dae domo ch’er distante

Ti prego chi rested sanu

A su suolu italianu

Chi potad prestu torrare.

Sant’Antoni Gloriosu

Potad pro noi pregare.

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