Biglietti aerei sempre più costosi, ma senza tasse sarebbero 7 volte meno cari
Su ogni tagliando di viaggio vengono applicati fino a tredici balzelli
Sassari Per sapere quanto costa un biglietto aereo basta un click. Comprenderne il motivo, invece, è molto più complicato. Anche perché il prezzo esentasse può arrivare a valere appena un settimo di quello che poi si paga e per un aspirante passeggero isolano, spesso costretto ad utilizzare l’aereo, non c’è alcuna via d’uscita al salasso nascosto tra le righe piccole di ogni tagliando. Dietro alla tariffa c’è un piccolo universo di tasse, sovrapprezzi e contributi che fanno lievitare il prezzo finale. Il pacchetto di costi aggiuntivi, escludendo quelli generati dagli algoritmi in base al tasso di riempimento utilizzati dalle low cost, può essere diviso in tre macro aree: contributi per il passeggero, tasse aeroportuali e di solidarietà, che varia da uno a 10 euro all’interno dei confini dell’Unione europea ma può arrivare sino a 40 per i voli intercontinentali, sovrapprezzi legati al costo del carburante e alla sicurezza in volo, questi ultimi introdotti dopo gli attentati dell’11 settembre 2001, che pesano per circa 20 euro sui voli a medio e corto raggio ma possono arrivare sino a 70 euro per quelli a lunga percorrenza.
Il peso delle tasse Per identificarle è necessaria una legenda perché sono compresse in sigle sostanzialmente incomprensibili, come QW che indica il canone per ogni passeggero, incassato dall’aeroporto per l’utilizzo delle sue aerostazioni che varia a seconda dello scalo. L’elenco prosegue con YQ, il sovrapprezzo richiesto dalle compagnie per compensare l’aumento del costo del carburante, che parte da una media di 2,95 euro per i voli a corto raggio. Poi FR, la tassa per l’aviazione civile che viene riscossa dallo Stato per finanziare il funzionamento dell’amministrazione dell’aviazione civile, e XT, la tassa di sicurezza e di difesa ambientale che finisce nelle casse statali per finanziare le misure di sicurezza e la protezione contro gli incendi con un importo che dipende dalla compagnia aerea e dall’aeroporto. L’elenco dei balzelli prosegue con la contestatissima HB, 6,50 euro per ogni passeggero per addolcire lo stress causato dal rumore degli aerei. È riscossa dal Comune in cui si trova l’aeroporto a cui però, come confermato dal sindaco di Alghero nei giorni scorsi e sottolineato ieri dal Ceo di Ryanair, vanno solo 70 centesimi mentre gli altri finiscono chissà dove. Al conto si aggiunge anche IT, che parte da 14 euro per coprire i servizi come l’imbarco, il check-in o lo smistamento bagagli e cambia a seconda della lunghezza del volo. L’elenco è completato da EX, la tassa sui bagagli da stiva che varia a seconda dello scalo per il controllo ai raggi X dei bagagli destinati alla stiva; VT, la tassa che parte da 2,64 euro sui controlli ai raggi X per i bagagli a mano; FN, l’Iva sui costi dei diritti aeroportuali, che vale circa il 10% del biglietto; MJ, la tassa versata per contribuire all’assistenza di persone disabili o con mobilità ridotta; YR, la commissione per l’acquisto del biglietto, che si tratti di un’agenzia o di un sito web.