Inflazione, la Sardegna è la terza regione italiana per crescita dei prezzi
I dati sono relativi al mese di gennaio
Sassari Nel mese di gennaio la Sardegna è la terza regione italiana per crescita del tasso di inflazione rispetto al mese di dicembre dell'anno scorso, con un +11,5%. Insieme alla Sardegna un'altra isola al secondo posto, la Sicilia, con un + 11,9%. In testa la Liguria, con un +12% dell'indice dei prezzi al consumo. Con riferimento alle cinque ripartizioni del territorio nazionale, a gennaio l'inflazione più marcata si registra, quindi, nelle Isole (+11,7%, in lieve rallentamento da +13,9% di dicembre), a cui segue il Nord-Ovest (+10,0%, da +11,4% del mese precedente). Tassi inferiori alla media nazionale si registrano invece nel Sud (+9,9%, da +11,7%), nel Nord-Est (+9,7%, da +11,5%) e nel Centro (+9,6%, da +11,0%).
Per quanto riguarda, invece, il dato nazionale, a gennaio l'inflazione evidenzia un netto rallentamento, scendendo a +10%. La discesa risente dell'andamento delle componenti più volatili dell'indice dei prezzi al consumo, fortemente condizionato dall'inversione di tendenza dei beni energetici regolamentati (-12% su base annua). Frena il carrello della spesa (da +12,6% a +12%). L'inflazione acquisita per il 2023 è pari a +5,2% per l'indice generale e a +3,2% per la componente di fondo. Su base annua, i prezzi dei beni evidenziano un profilo in rallentamento (da +17,1% a +14,1%), mentre quello relativo ai servizi evidenzia un lieve incremento (da +4,1% a +4,2%); si ridimensiona, quindi il differenziale inflazionistico negativo tra questi ultimi e i prezzi dei beni (da -13,0 di dicembre a -9,9 punti percentuali). Si attenua la dinamica tendenziale dei prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona (da +12,6% a +12,0%), mentre al contrario si accentua quella dei prodotti ad alta frequenza d'acquisto (da +8,5% a +8,9%). L'aumento congiunturale dell'indice generale si deve prevalentemente ai prezzi dei servizi per l'abitazione (+1,6%), degli alimentari lavorati (+1,3%), dei beni durevoli (+1,1%) e non durevoli (+0,7%), degli alimentari non lavorati (+0,6%) e degli energetici non regolamentati (+0,5%); un effetto di contenimento deriva invece dal calo dei prezzi degli Energetici regolamentati (-25,7%) e di quelli dei servizi relativi ai trasporti (-1,7% a causa di fattori stagionali). (LaPresse)