La Nuova Sardegna

Le primarie del Pd

Schlein a valanga, Bonaccini ko è lei la nuova segretaria dei Dem

di Cristiano Marcacci
Schlein a valanga, Bonaccini ko è lei la nuova segretaria dei Dem

Il governatore ammette la sconfitta: «Le daremo una mano». Affluenza oltre il milione

27 febbraio 2023
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Roma «La partita è aperta». Dicono così dal quartier generale di Stefano Bonaccini intorno alle 22, quando lo spoglio dei risultati delle primarie del Pd è in corso. Se i primi dati testimoniavano un testa a testa tra il presidente dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini ed Elly Schlein, successivamente i numeri hanno cominciato a far pendere la bilancia per la deputata. Il vantaggio si è consolidato nella notte, con il 53,8% per lei e il 46,2% per lui.

Le cifre rimbalzano dai seggi ai comitati, non sono ufficiali ma fotografano Schlein in vantaggio nelle principali città e nella maggior parte delle regioni. A Roma, Milano, Napoli, Torino e Bologna viene data avanti, in certi casi quasi al sessanta per cento. «Al sud dovremmo tenere», spiegano speranzosi i suoi. Dario Nardella, coordinatore nazionale della mozione Bonaccini, ammette che non sarà una passeggiata: «Lo spoglio sarà molto lungo: dovremmo aspettare tutta la notte. I dati arrivano lentamente, ma dai primi risultati è una bella sfida», commenta.

Per i dem, in ogni caso, la prima vittoria riguarda l'affluenza. Sin dalla mattina elettori e simpatizzanti fanno infatti la fila ai gazebo e davanti agli ingressi dei circoli, sfidando la pioggia. La “soglia psicologica” di un milione di votanti è stata superata: “Bene! File dovunque ai nostro gazebo. Grazie alle migliaia di volontari che stanno rendendo possibile una straordinaria giornata di democrazia e partecipazione”, twittano dalla sede nazionale del Pd. Lo stesso Nardella prova a vedere il bicchiere mezzo pieno: «Il primo dato da sottolineare, sicuramente positivo, è l'affluenza che ha superato il milione di elettori. È un dato che ci fa capire, ci fa vedere che il Partito democratico è più vivo che mai, contrariamente a tante letture che sono state date dalla sconfitta in poi – esulta –. È un dato che premia volontari ed elettori».

Intorno a Nardella le facce alla Casa dei popoli a Casalecchio di Reno, però, sono lunghe. Una volontaria impiatta tagliatelle per militanti e giornalisti ma la tensione è palpabile. Quando Schlein invece arriva allo Spazio Diamante, teatro romano scelto come quartier generale, viene accolta da applausi e grida di entusiasmo. L'ottimismo va di pari passo con cautela e scaramanzia, ma nell’entourage dell’onorevole 37enne si sente profumo di vittoria. «Siamo in vantaggio in ben 14 regioni e si tratta di un vantaggio difficile da colmare». È alle 23.18 che Bonaccini in diretta fa i complimenti alla sua competitor riconoscendo la sconfitta. «Le daremo una mano» Sarà quindi Schlein a prendere in mano le redini di un Partito democratico da traghettare fuori dalle secche della crisi. Nata in Svizzera nel 1985 da padre americano e madre italiana (entrambi professori universitari), nonno materno antifascista e senatore socialista dal 1972 al 1979, Schlein ha 37 anni ed è stata vicepresidente dell’Emilia-Romagna (proprio con Bonaccini) ed è stata eletta alla Camera a settembre. A sostenere quella che è stata battezzata la “paladina dei diritti”, Andrea Orlando, ex ministro; Dario Franceschini, ex segretario del Pd, Marco Furfaro, ex Sel, Mattia Santori, ex leader delle Sardine, l’ex segretario Pd Nicola Zingaretti, Peppe Provenzano, Antonio Misiani, Arturo Scotto, Francesco Boccia, Michela Di Biase, Chiara Braga e Alessandro Zan.

Bonaccini, che ha 56 anni, è il presidente dell’Emilia-Romagna dal 2014; tra i suoi sostenitori c’erano Vincenzo De Luca, governatore della Campania, Lorenzo Guerini, ex ministro della Difesa, Dario Nardella, sindaco di Firenze, Sandra Zampa. Nato a Campogalliano, in provincia di Modena, il suo cursus honorum è quello classico di un dirigente del Pci-Pds-Ds-Pd: assessore, dirigente locale, vita di partito. Uomo pragmatico che ha sempre cercato di evitare l’approssimazione ed è con questo spirito che si è buttato nell’avventura della campagna delle primarie. Ma tutto questo non gli è bastato per diventare segretario.
 

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