La Nuova Sardegna

Dopo le minacce

Desulo tra paura e solidarietà: «La risposta l’ha data il paese»

di Paolo Merlini
Desulo tra paura e solidarietà: «La risposta l’ha data il paese»

Il sindaco Melis: «La manifestazione è stata una grande festa»

3 MINUTI DI LETTURA





Inviato a Desulo Per comprendere il peso di 19 nuovi posti di lavoro in un paese montano votato allo spopolamento – tante sono le assunzioni nel cantiere forestale all’origine delle minacce di morte al vice sindaco – basta guardare il saldo tra nascite e decessi registrato nel 2022. Sette bambini sono venuti al mondo e 56 persone sono morte lo scorso anno: un rapporto di uno a otto, un dato senza confronti se paragonato a quello nazionale, già allarmante, che si attesta sopra l’uno a due. E nel 2022 nessuno a Desulo è morto di Covid. Vent’anni fa la popolazione era di quasi tremila abitanti, ora potrebbe scendere sotto i duemila.

Nel bosco di Girgini trent’anni fa lavoravano 90 operai forestali, oggi sono 48, e 19 di loro andranno in pensione tra pochissimo, due anni dopo il passaggio da precari a tempo indeterminato. Forestas in sostanza è la maggiore azienda di Desulo. «Sono numeri importanti nell’economia del nostro paese», dice il sindaco Giancristian Melis, 49 anni, avvocato, la tessera del Psd’Az in tasca da sempre ma alla prima esperienza amministrativa. «Ma né la giunta, né tantomeno il vice sindaco Sebastiano Maccioni, nonostante sia il responsabile del cantiere forestale e abbia un incarico all’assessorato regionale del lavoro, hanno il potere di influenzare le assunzioni. Da parte nostra possiamo assicurare la massima trasparenza, ma ribadiamo la nostra totale estraneità alla procedura di reclutamento».

Le minacce di morte al vice sindaco, che ieri era a Milano per l’acquisto di un nuovo spazzaneve (ottocento metri d’altezza si fanno sentire, sulle cime del Gennargentu c’è ancora neve), non sono l’unico motivo di apprensione per il sindaco Melis e per i cittadini di Desulo. La settimana scorsa l’esterno della chiesa di San Sebastiano e il muro di cinta del cimitero sono stati imbrattati con scritte contro i carabinieri. Anche qui con minacce di morte. E una frase che al sindaco proprio non va giù: Qui comandiamo noi. «Credo che la risposta migliore l’abbiano data i quattrocento cittadini che mercoledì pomeriggio hanno partecipato alla manifestazione di solidarietà con i militari della stazione», dice Melis. «È stata una grande festa, con un rinfresco offerto dai genitori dei bambini. Volevamo andare oltre la consueta fiaccolata, e credo si sia colto nel segno. I carabinieri hanno sentito la vicinanza della popolazione, l’indignazione di tanti per frasi gravissime, in particolare verso la vice comandante. Per non parlare della condanna unanime per aver violato due luoghi sacri come una chiesa e il cimitero». Sembra che all’origine delle minacce, che gli anziani di Desulo hanno subito derubricato in un atto, certo folle e da condannare, che però non deve destare troppa preoccupazione, ci sia una reazione spropositata verso normali attività di controllo, forse alcune contravvenzioni.

Intanto il consiglio comunale, che sabato scorso aveva discusso e condannato il caso, domani porrà all’ordine del giorno le minacce al vice sindaco. Maccioni è sereno, non avrebbe voluto rendere pubblica l’intimidazione, è un amministratore di vecchia data e sa che questi sono gli infortuni del mestiere, per così dire; ma la lettera anonima, arrivata per posta ordinaria, è stata aperta dalla moglie e insieme hanno preso la decisione di denunciare. Ora la paura di tanti è che le assunzioni nel cantiere di Girgini possano innescare una guerra tra poveri, in un paese dove vige ancora la zona rossa per la peste suina e l’allevamento dei maiali, una delle attività principali del paese, aspetta una svolta che tarda ad arrivare. Giancristian Melis è un sindaco ottimista come pochi, spera in una viabilità migliore che rompa un isolamento anacronistico, e in un convitto per la scuola alberghiera, l’unica della Sardegna centrale, ma le istituzioni non rispondono ai suoi appelli.
 

Primo piano
Il processo

Fotomontaggi porno con il volto di Giorgia Meloni: come è stato individuato il presunto responsabile

di Nadia Cossu
Le nostre iniziative