Liste d’attesa, ancora scontro. Acli: «Nord dell’isola in affanno»
La replica della Regione: «Risorse per tutti, recupereremo ogni visita»
Sassari Una visita cardiologica, un'eco-cardiografia, una Tac o una risonanza, o qualsiasi altra visita specialistica o indagine diagnostica, viene rimandato a novembre, a dicembre o addirittura al 2024. L’emergenza nel centro e nel nord dell’isola è ormai diventata una prassi consolidata che, questa volta, è stata denunciata da Acli Sanità: «La situazione è decisamente preoccupante – dicono Salvatore Sanna, presidente di Acli Salute, e Luciano Turini, rappresentante di Acli Assoconfam – e sono anche i genitori di bambini con patologie dello spettro autistico a segnalare come le visite con un neuropsichiatra infantile siano rinviate molto spesso al 2024, costringendo a costose visite private per ottenere i piani di trattamento». Una realtà che pone l’accento sulle differenze tra sud e nord dell’isola: «Segnaliamo ancora una volta che a soffrire in particolare è il centro-nord Sardegna, dove la difficile situazione di molti reparti ospedalieri, da Sassari ad Alghero fino ad Ozieri, è ampiamente conosciuta ma non si intravvedono segnali di miglioramento. A questo si aggiunge il fatto che la disponibilità di strutture private convenzionate con la Regione è molto limitata rispetto al Sud Sardegna, con una disponibilità pro-capite del 10% rispetto a Cagliari, Sulcis e al Medio Campidano. E se i tempi delle liste di attesa sono inaccettabili nel Sud Sardegna, quelle del Centro Nord Sardegna sono fuori legge e anti Costituzionali». Fare i conti, poi, è un esercizio piuttosto semplice: «Gli 8 milioni di euro annunciati a settembre dalla Regione per contrastare le liste di attesa avrebbero dovuto riequilibrare il divario territoriale più volte denunciato ma rimasto senza soluzione. Nel 2021 erano stati distribuiti, proporzionalmente alla popolazione, circa 2 milioni di euro. Quest’anno, dopo quattro mesi, non si vede traccia della ridistribuzione e dunque chiediamo alla Regione di fare in fretta e bene e di distribuirli rapidamente nel pubblico e nel privato convenzionato», concludono dalle Acli. La replica Le risposta dell’assessorato alla Sanità arriva a strettissimo giro di posta: oltre 160mila screening, 9.200 ricoveri ospedalieri e 64.500 prestazioni ambulatoriali. «Sono questi i volumi registrati dal piano di recupero delle prestazioni sanitarie inevase durante la pandemia – dicono dalla Regione – per una spesa, in relazione alle prestazioni erogate tra pubblico e privato, di circa 7,5 milioni di euro dei 13,6 stanziati per questo scopo. Un piano di recupero che, secondo quanto stabilito dal decreto mille proroghe a livello nazionale, è esteso per tutto il 2023». «L’impatto del Covid sul sistema sanitario nazionale è stato un evento epocale e lo è stato in particolare sulla nostra sanità regionale impoverita da una lunga stagione di tagli e blocco del turnover iniziati nel 2004. Nonostante la difficile situazione, dettata dalla carenza di specialisti, il piano di recupero delle prestazioni prosegue ed è andato avanti registrando, in alcuni casi, risultati superiori alle aspettative, come accaduto per i ricoveri, dove a fronte di 5.835 prestazioni, stimate come recuperabili nel 2022, ne sono state recuperate quasi il doppio – spiega l’assessore alla Sanità, Carlo Doria –. Le risorse a disposizione del piano regionale non sono sparite, sono state impiegate su tutto il territorio e continueranno a essere utilizzate fino a quando non sarà recuperata anche l’ultima visita rimasta indietro».