La Nuova Sardegna

Allarme attentati

Bomba per il sindaco di Desulo: «C’è un malessere diffuso»

di Paolo Merlini
Bomba per il sindaco di Desulo: «C’è un malessere diffuso»

Melis: è stato un gesto dimostrativo, il paese chiede risposte

23 aprile 2023
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Desulo «No, non sono preoccupato per la mia incolumità, e mi riferisco alla capacità offensiva della bomba, se ho ben capito poco più che un petardo. Comunque un gesto dimostrativo. Sono preoccupato invece perché se c’è un malessere in paese io evidentemente non sono stato capace di intercettarlo». Parole del sindaco Giancristian Melis a poche ore dalla scoperta di un ordigno inesploso davanti al portone della sua casa in via Trieste, nel pieno centro storico di Desulo. Proprio di un petardo non si è trattato, in realtà, perché la bomba carta secondo i primi accertamenti del nucleo artificieri dei carabinieri era di tipo potenziato: al suo interno c’era una maxidose di esplosivo, circa mezzo chilo, che avrebbe potuto provocare danni al portone d’ingresso e a eventuali passanti. Lo stoppino inoltre mostrava segni di bruciatura, e questo potrebbe significare che gli attentatori non avevano unicamente intenti “dimostrativi” ma volevano lasciare il segno.

Un po’ come accaduto ai primi di marzo, quando sui muri della chiesa di San Sebastiano e del cimitero erano comparse minacce nei confronti di carabinieri della stazione di Desulo, indicati con grado, nome e cognome; o pochi giorni dopo, quando il vice sindaco Sebastiano Maccioni aveva ricevuto una lettera anonima con minacce di morte legate alle assunzioni nel cantiere forestale del paese. «Escludo categoricamente che sia un legame con l’uno e con l’altro episodio», dice Melis, avvisato della presenza di un ordigno davanti alla casa dai carabinieri (lui e la moglie avevano trascorso la notte fuori Desulo). E neppure legami con i malumori, per la verità degli anni scorsi, originati dalla lotta alla peste suina, sottolinea Melis. «Non ho mai avuto discussioni tali da suscitare rancore nei miei confronti, in paese ho ottimi rapporti tutti, dai giovani agli anziani. Non parlo solo di me, ma tutti i miei amministratori. Siamo persone inserite nella realtà del paese che mai hanno avuto dissidi tali da giustificare gesti del genere. Non riesco proprio a capacitarmi di quanto accaduto, e voglio riuscire a capire quale forma latente di disagio ci sia dietro questi episodi».

Quarantanove anni, in carica dall’ottobre 2020, alla prima esperienza amministrativa dopo una lunga militanza nel Psd’Az, Melis guida una lista civica che guarda verso il centro sinistra. Per tutti a Desulo è l’avvocato, il legale a cui rivolgersi per impicci più o meno importanti con la giustizia civile o penale. Esclude che l’intimidazione sia legata alla sua professione. «Penso che qualcuno abbia voluto toccare un simbolo, appunto il sindaco del paese, più che Giancristian Melis come persona. E devo dire che, pur essendo Desulo un paese sereno e civile, c’è un malessere dovuto alla crisi e alla mancanza di lavoro, lo stesso disagio così comune nei paesi che fanno i conti con lo spopolamento. Un disagio che noto soprattutto nei giovani, che non trovano lavoro e non vedono prospettive, e se ne vogliono andare dal paese appena possibile. I nostri sforzi saranno tesi a interpretare e comprendere questo disagio, e cercare di attuare politiche che possano contrastarlo». Proprio alla mancanza di lavoro erano legate le minacce del mese scorso al vice sindaco Maccioni, chiamato in causa impropriamente per le prossime diciannove assunzioni nel cantiere forestale di Girgini, dove lo stesso amministratore è responsabile da trent’anni.

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