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Impresa e istruzione Sardegna tra le regioni con più giovani inattivi

Impresa e istruzione Sardegna tra le regioni con più giovani inattivi

I dati inquietanti del Rapporto di Confartigianato

29 maggio 2023
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Sassari La Sardegna si conferma tra le regioni italiane dove i giovani trovano più difficoltà a trovare lavoro e a creare un’impresa, ma anche per quanto riguarda il numero dei cosiddetti Neet, ossia quella quota di popolazione di età compresa tra i 15 e i 29 anni che non è né occupata né inserita in un percorso di istruzione o di formazione. A dirlo è il rapporto di Confartigianato, presentato ieri a Roma alla convention annuale dei giovani imprenditori iscritti a quella stessa associazione di categoria. Un dossier dal quale in primis emerge che nel 2022 i giovani inattivi sono aumentati notevolmente, sfiorando il tetto degli 1,6 milioni e lasciando l’Italia nelle ultime posizioni della classifica europea.

Il rapporto contiene anche l’Indice dei territori youth-friendly per impresa, secondo cui esiste un effettivo gap – anche su questo fronte – tra Nord e Sud. Se infatti la Lombardia è la regione che offre ai giovani le condizioni migliori per lavorare e per fare impresa, seguita a ruota da Piemonte, Veneto, Emilia Romagna e Trentino Alto Adige, la “Maglia nera”, invece, spetta al Molise, insieme a Calabria, Sicilia, Basilicata e, appunto Sardegna.

Dai dati emerge dunque un’Italia a diverse velocità che «da un lato favorisce l’attività di 522.086 aziende guidate da under 35, dall’altro è all’origine di un nostro record negativo in Europa», sottolinea la confederazione ricordando che nel 2022 «siamo stati il Paese con il più alto numero di giovani tra 25 e 34 anni che non si offrono sul mercato del lavoro: ben 1.568.000, con un tasso di inattività del 25,4%, rispetto al 15% della media europea. La Germania registra il 13,9%, la Spagna il 13,7% e la Francia il 12,7%».

«I giovani – sottolinea Davide Peli, presidente dei Giovani imprenditori di Confartigianato – sono il futuro del made in Italy. Ma 1,6 milioni di under 35 fuori dal mercato del lavoro rappresentano un assurdo spreco, una vera e propria emergenza da affrontare rapidamente. L’Anno Europeo delle Competenze sia l’occasione per cambiare davvero, facendo leva sulla formazione, su un nuovo e intenso rapporto tra scuola e imprese per trasmettere il “saper fare”, su misure per sostenere la creazione d’impresa e il passaggio generazionale in azienda”.

L’Indice di Confartigianato misura le condizioni dell’habitat sulla base di 13 indicatori che comprendono, tra l’altro, il tasso di occupazione under 35, la presenza di giovani imprenditori, la collaborazione scuola-imprese, la diffusione dell’apprendistato, il saldo migratorio dei giovani verso l’estero o altre regioni. A livello provinciale, i giovani trovano il terreno più fertile a Cuneo, seguita da Bergamo, Vicenza, Lecco e Treviso. All’altro capo della classifica le condizioni più difficili per l’occupazione e la voglia di fare impresa dei giovani si riscontrano a Isernia, Foggia, Vibo Valentia, Siracusa, Taranto. Tra gli under 35 che non cercano lavoro prevalgono le donne, pari a 1.033.000 (il 65,9% del totale), a fronte dei 535.000 uomini. Il 55,6% dei giovani inattivi si concentra nel Mezzogiorno.

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