La Nuova Sardegna

Uniss
Uniss – Medicina

Una gloriosa tradizione che unisce le migliori energie per le sfide della complessità

Una gloriosa tradizione che unisce le migliori energie per le sfide della complessità

Si è concluso nel 2021 un laborioso processo di unificazione di gruppi di diverse aree di ricerca – da quella clinica a quella sperimentale. Si guarda al futuro per onorare l’eredità di tanti grandi scienziati che hanno insegnato a Sassari

03 settembre 2023
3 MINUTI DI LETTURA





Il Dipartimento di Medicina, Chirurgia e Farmacia, il più grande tra quelli dell’area medica, ha assunto questo nome solo di recente, nel 2021, in seguito all’aggregazione a Scienze Mediche, Chirurgiche e Sperimentali di un folto gruppo di docenti e ricercatori precedentemente afferenti al Dipartimento di Chimica e Farmacia. È l’ultimo passo di un laborioso processo di unificazione di gruppi di diverse aree di ricerca – da quella clinica a quella sperimentale. Processo partito dopo l’entrata in vigore della legge Gelmini (240/2010), passando per il 2018 con la razionalizzazione dei Dipartimenti di area medica dell’Ateneo. Una risposta – quella di unire le migliori energie in vari ambiti - alla complessità delle enormi sfide che le Università devono affrontare. Presente e passato si incontrano in viale San Pietro. Situato nella cosiddetta “Stecca bianca”, il Dipartimento si trova quasi di fronte all’antica Clinica medica, il primo palazzo edificato negli anni Trenta nell’area indicata allora come “cittadella della scienza”. Accoglieva 4 Cliniche, architravi della Facoltà medico-chirurgica, ristrette fino allora nel vecchio Ospedale di Piazza Fiume: Clinica chirurgica generale, Patologia speciale chirurgica, Patologia speciale medica, Clinica medica generale, dotata quest’ultima di un modernissimo impianto di raggi X. Nell’inaugurarla, il 3 ottobre 1937, il ministro dell’Educazione Giuseppe Bottai tenne a precisare che quella di Sassari non doveva essere considerata «un’Università di passaggio», ma una sede nella quale si poteva «rimanere a svolgere fruttuosamente qualunque attività scientifica e didattica». Una mission che guardava al futuro. E al futuro guarda ora, nel 2023, il Dipartimento che svolge le funzioni relative alla ricerca scientifica di alto livello e alle attività formative ed assistenziali in diversi ambiti medico-scientifici, con un forte orientamento all’innovazione. Operando in modo sinergico con le diverse articolazioni del Servizio Sanitario Regionale. E con una speciale attenzione allo sviluppo della Comunità locale (Terza missione). Spicca nella lunga storia una serie di illustri cattedratici che hanno insegnato a Sassari, facendo scoperte che hanno attirato l’attenzione della comunità scientifica internazionale. Basterà ricordare Tommaso Casoni, allievo del famoso clinico Augusto Murri, arrivato nel 1910-11 e il cui nome è legato alla scoperta - dopo esperimenti condotti tra i ricoverati della Clinica medica - di un importante sussidio diagnostico, l’introdermareazione che consentiva di individuare i portatori di una temibile parassitosi, l’echinococcosi umana, allora diffusa nell’isola. Tra i tanti nomi eccellenti spicca l’igienista Claudio Fermi che nel 1906 mise a punto il vaccino fenicato - che impiegava come antigene il “virus fisso Sassari” - e successivamente il siero antirabbico. Non manca un Nobel per la Medicina, Daniel Bovet, premiato nel 1957 per le sue ricerche sui curari di sintesi e sulla loro applicazione terapeutica. Chiamato a Sassari nel 1964, continuò i suoi studi nel laboratorio di via Rolando, come direttore dell’Istituto di Farmacologia, coadiuvato dalla moglie Filomena Nitti, una valente scienziata, chimica e farmacologa, formatasi all’Istituto Pasteur. Un’eredità importante per un Dipartimento che annovera tra i suoi afferenti gruppi di ricerca con esperienza e collaborazioni nazionali e internazionali di eccellente livello.
Primo piano
Il toto-nomi

Capodanno a tutti i costi: Comuni dell’isola a caccia di artisti e senza badare a spese

di Serena Lullia
Le nostre iniziative