Sole e prezzi più bassi riempiono gli hotel sardi a settembre
Aumentano le presenze dopo il bilancio in chiaroscuro di luglio e agosto. Manca (Federalberghi): «Ora cominciano le chiusure. Investire sul congressuale»
Sassari Questa estate che sembra non finire mai e che allarma le persone più sensibili agli effetti dei cambiamenti climatici, un piccolo merito lo ha: quello di fare felici gli operatori del settore turismo. «Settembre è andato abbastanza bene dopo le delusioni grandi di luglio e quelle medie di agosto. Finalmente abbiamo avuto un mese con un segno più su tutta la linea, complice il tempo che indubbiamente ci sta aiutando», dice Paolo Manca, presidente regionale e vicepresidente nazionale di Federalberghi. Al di là della polemica estiva sulla discrepanza tra numeri record di arrivi negli aeroporti sardi e numeri un po’ deludenti del settore alberghiero, ora prevale la soddisfazione per un mese di settembre che, anche grazie a prezzi più accessibili e a occasioni last minute più appetibili, fa segnare agli operatori numeri importanti. «Ci troviamo di fronte a una situazione positiva grazie ed è merito soprattutto del mercato mercato straniero che nell’isola ha ripreso a fare numeri importanti», prosegue Manca. Attenzione, però, perché a spostare l’orizzonte oltre settembre non si vede un panorama troppo diverso dal solito. «Il bel tempo sostiene le prenotazioni - sottolinea ancora il presidente di Federalberghi -, ma a ottobre molte strutture cominceranno a chiudere». Una storia già vista: in quale misura incideranno queste chiusure delle strutture alberghiere? Secondo Paolo Manca «inizieranno a chiudere un 30-40 per cento nel primo week end del mese, poi ogni settimana se ne aggiungerà almeno un altro 10 per cento per arrivare sino a fine ottobre quando resteranno aperti solo gli alberghi annuali». Questione nota e già vista. Per ora gli albergatori si godono il bilancio di un settembre spettacolare e guardano comunque con ottimismo alle prossime settimane: «Prevediamo un incremento su ottobre. A oggi registriamo un più 5 per cento e supereremo così il risultato del 2019. Questo trend legato ai last minute si vedrà anche a ottobre. E come sempre le somme le potremo tirare solo alla fine».
Molte delle speranze legate all’ambito prolungamento della stagione sono legate a altri tipi di turismo. Nel fine settimana Cagliari ha ospitato il meeting internazionale del turismo congressuale e convegnistico, il Mice. Presenti 40 buyer nazionali e internazionali provenienti da Germania, Francia, Spagna, Belgio e Inghilterra, oltre a 45 seller, operatori dell’offerta Mice della Sardegna tra strutture alberghiere, sedi per eventi e agenzie di organizzazione e società di servizi. In totale 150 partecipanti. «Il settore può essere strategico e determinante - dice ancora Paolo manca -. Il Mice è uno dei segmenti che ha più sfumature. Innanzitutto non coinvolge mai i mesi di luglio e agosto. È un turismo programmato con largo anticipo: anche 12, 18 o 24 mesi prima. Si deve pianificare una scaletta di almeno due o 3 notti, con visite e servizi. Per questo tipo di turismo, però, è necessario che i trasporti siano una garanzia. In caso contrario il turismo congressuale non è programmabile».
Il turismo congressuale ha potenzialità enormi: «Concentri in un’unica operazione una pubblicità incredibile per la nostra isola - sottolinea il presidente di Federalberghi -. C’è un effetto moltiplicatore enorme, su cui bisogna giustamente investire. Ma la concorrenza è fortissima: Miami è la destinazione Mice più forte al mondo, hanno un’esperienza a livello mondiale. In Europa le grandi città, le fiere stesse, hanno la capacità strategica di organizzare eventi. Il Mice dunque è importantissimo, è un attrattore senza pari, ma il mercato è competitivo e bisogna essere bravi a fare tutto. Dall’ospitalità ai servizi ai trasporti. Ogni fattore di insicurezza rema in direzione contraria».