L’Unione delle Pro loco in campo con la Fasi per promuovere il mercato dell’olio d’oliva sardo
Presentato a Oliena l’accordo siglato con l’associazione Città dell’olio. Raffaele Sestu: «Ora subito un tavolo di lavoro con la Conad»
Oliena «Finalmente un protocollo d’intesa dai risvolti pratici per il nostro territorio». Raffaele Sestu, presidente regionale dell’Unpli Sardegna, non si perde in chiacchiere. È sempre stato uomo pragmatico. «Adesso avvieremo un tavolo di lavoro con la Conad Nord-Ovest – annuncia il medico di Arzana prestato al volontariato –, così anche l’olio d’oliva della Sardegna potrà entrare nella grande distribuzione del Continente». Nella Valle d’Aosta, in Piemonte, Lombardia, Liguria, Emilia-Romagna, Toscana, nel Lazio, oltre che nella Sardegna stessa.
A capo dell’Unione delle Pro loco dell’isola, Sestu ha appena replicato nella terra dei nuraghi un accordo già siglato dall’Unpli nazionale mettendo insieme produttori, frantoi e commercianti con l’aggiunta di supporter d’eccezione: gli emigrati.
L’Unpli Sardegna, insomma, ha firmato un’intesa con l’Associazione nazionale Città dell’olio, una grossa realtà italiana che «in tutta la Sardegna conta ben 41 soci, siamo la terza regione per adesioni dopo Toscana e Lazio» spiega Sestu. Quarantuno soci sardi: 39 città, da Alghero a Villamassargia, da Bosa a Bolotana, da Osini a Oliena; più due Camere di commercio, quelle di Cagliari-Oristano e di Sassari.
“Insieme per la promozione delle eccellenze olivicole della Sardegna” era, non a caso, il titolo dell’evento che domenica scorsa ha ufficializzato il protocollo, davanti a 150 persone arrivate nella sala convegni dell’hotel Su Gologone da ogni angolo dell’isola. Numerosi i sindaci presenti. Un’occasione per allestire una esposizione di extravergini d’oliva, per fare il punto su un settore strategico dell’agroalimentare e soprattutto sulle sue prospettive future. L’Unpli schiera le Pro loco, presenti e attive in quasi tutte le Città dell’olio. E chiama in causa la Fasi, la Federazione delle associazioni sarde in Italia, che con i suoi 70 circoli sparsi nella penisola può fare la differenza nelle strategie di marketing e nella promozione del prodotto “made in Sardigna”.
«Ora, anche grazie all’interessamento di Franco Tegas della Conad di Tortolì (Tegas è l’ex sindaco di Talana, ndr) avvieremo un tavolo di lavoro con la Conad, lo faremo zona per zona – spiega Sestu – per cercare di arrivare quanto prima a un progetto reale e fattibile».
Con Raffaele Sestu, a Oliena sono intervenuti Antonino La Spina, presidente nazionale Unpli; Michele Sonnessa, presidente nazionale dell’associazione Città dell’olio; Giovanni Antonio Sechi, presidente regionale della stessa associazione Città dell’olio; Fabrizio Piras, socio Conad, amministratore delegato della Filangera srl; Gemma Azuni, componente del Comitato esecutivo della Fasi, con delega ai temi dell’olivicoltura; Martino Muntoni, direttore servizio Agris; Antonella Orrù, presidente Consorzio Dop; Maria Piera Bacciu, responsabile Laore delle produzioni vegetali del Nuorese; lo chef Sergio Mei («l’olio va usato a gocce, in piccole quantità» ha detto il cuoco originario di Santadi, uno dei più apprezzati interpreti della cucina italiana); Giacomo Mameli, giornalista, scrittore (ha parlato dell’olio nelle letterature, da Omero ai poeti sardi estemporanei).
Ad accompagnare l’evento, i canti a tenore del gruppo “Su populu sardu” di Oliena.
«Dobbiamo far in modo di vendere l’olio d’oliva sardo, un olio eccellente, tra i migliori al mondo, e di venderlo al prezzo giusto» ha sottolineato ancora Sestu. «Ecco: in questo, i Circoli dei sardi emigrati sono fondamentali, ci possono dare una grossa mano a organizzare eventi per promuovere il nostro olio ovunque» ha chiuso il presidente delle Pro loco della Sardegna.