La Nuova Sardegna

Sanità

Medici, pediatri e infermieri: cifre in picchiata in tutta Italia, la Sardegna non fa eccezione

di Andrea Sini
Medici, pediatri e infermieri: cifre in picchiata in tutta Italia, la Sardegna non fa eccezione

Nell’isola le strutture sanitarie contano 19.688 dipendenti

11 ottobre 2023
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Sassari Pochi medici, in gran parte indirizzati verso la pensione, un ricambio non sufficiente e una conformazione del territorio che di certo non aiuta. C’è chi sta peggio, in Italia, ma la Sardegna non può certo dormire sonni tranquilli per quanto riguarda il presente e il futuro della sanità. Il quadro che emerge dal 6° rapporto Gimbe sul Servizio sanitario nazionale, per quanto riguarda il personale, è tutt’altro che rassicurante. Il report pubblicato questi giorni, al capitolo 6 viviseziona ospedali e ambulatori, fornendo una “fotografia statica” della distribuzione del personale dipendente, con focus su medici e infermieri.

I numeri Il report include due macro-categorie di personale sanitario: personale dipendente del Ssn e dell’università che opera in aziende e strutture pubbliche; personale in servizio in strutture di ricovero equiparate alle pubbliche. Secondo la Ragioneria generale dello Stato, al 2021 risultano 670.566 unità di personale dipendente, con 608mila impiegati nelle aziende sanitarie, poco meno di 14mila nei policlinici universitari e 30mila negli istituti di ricovero e cura a carattere scientifico. I medici sono 108.250, il personale infermieristico ammonta a quasi 280mila unità, i profili con ruolo tecnico 123mila e poi via via gli altri profili (ad esempio circa 63mila amministrativi. La Lombardia è l’unica regione che sfonda le 100mila unità complessive (103.604), bel oltre le inseguitrici: Emilia Romagna (66.848), Veneto (63mila), Toscana e Piemonte (circa 55mila). La Sardegna conta 19.688 dipendenti, la Valle d’Aosta è in coda con 2.199. La media nazionale del personale dipendente per 1000 abitanti è di 11,4, con la Sardegna che con 12,4 si colloca a metà della graduatoria delle regioni e appena al di sopra la media nazionale. Da notare come i dati del Ministero della Salute si discostino sensibilmente rispetto a quello della Ragioneria dello Stato, con un totale di 716 mila dipendenti.

L’effetto Covid «Dal 2012 al 2016 – si legge nel rapporto Gimbe – la sanità ha registrato un calo costante di personale, perdendo quasi 25.000 addetti, per restare stazionaria negli anni 2016-2019, poco al di sotto dei 650.000 dipendenti. Una dinamica che riflette le misure di contenimento della spesa di personale che si sono succedute a partire dal triennio 2005-2007. Al riguardo si evidenzia che gli enti del SSN, a differenza di altri settori del pubblico impiego, non sono sottoposti ad un limite assunzionale da turnover, ma ad un vincolo di spesa. Nel periodo 2019-2021 si osserva un aumento degli occupati, conseguente sia all’introduzione di una nuova disciplina assunzionale, sia ai decreti per l’emergenza COVID-19 che hanno introdotto misure straordinarie di reclutamento del personale per fronteggiare l’emergenza pandemica. Di conseguenza, nel 2021 il comparto della sanità è tornato quasi al valore del 2012 (-0,4%).

Medici e infermieri A un primo sguardo, il dato relativo alla Sardegna per quanto riguarda il numero di medici per 1.000 abitanti sembra confortante: l’isola è infatti al secondo posto con 2,53, dietro la Toscana e al di sopra dell a media nazionale (2,11). Il rovescio della medaglia è rappresentato dal numero di infermieri dipendenti per 1.000 abitanti: in questo caso la Sardegna si trova nella parte bassa della graduatoria con 4,82 (5,06 la media nazionale) ed è al penultimo posto in assoluto nel rapporto infermieri/medici dipendenti, 1,91. Nel documento viene sottolineato che «i dati aggiornati al 2021, verosimilmente sottostimano la carenza di personale». Questo a causa del progressivo abbandono del SSN da parte dei medici (tra il 2019 e il 2021 se ne sono persi oltre 11 mila per licenziamento o termine del contratto a tempo determinato, con un trend in crescita dal 2020 al 2022».

Medicina generale «L’allarme sulla carenza dei MMG oggi riguarda tutte le Regioni e riconosce ragioni diverse: mancata programmazione, pensionamenti anticipati, medici con numeri esorbitanti di assistiti e desertificazione nelle aree disagiate che finiscono per comportare l’impossibilità di trovare un MMG nelle vicinanze del domicilio, con conseguenti disagi e rischi per la salute». Secondo le stime dell’Enpam al 31 dicembre 2021 più del 50% dei MMG aveva oltre 60 anni di età ed è, quindi, atteso un pensionamento massivo nei prossimi anni: considerando un’età di pensionamento di 70 anni, entro il 2031 dovrebbero andare in pensione circa 20 mila MMG. Con i nuovi assunti che non saranno sufficienti per colmare il ricambio generazionale. La Sardegna, che sia per i MMG che per i pediatri evidenzia cifre che non si discostano dalla media nazionale, sconta comunque un grave squilibrio legato alla conformazione del territorio e all’isolamento di molti centri. Con sovraffollamento di pazienti nei centri maggiori e, al contrario, un grave problema di carenza di professionisti al lavoro nei piccoli centri.

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