Droga e 28 tartarughe in vendita nel mercato della banda dello spinello
Oggi gli interrogatori dei 22 indagati. Nel cortile del boss un allevamento di testuggini
Cagliari Inizieranno oggi gli interrogatori di garanzia per i 22 indagati finiti in carcere nell’ambito dell’operazione “Family&Friends” che – durata dal 2018 al 2021 – ha portato i carabinieri della Compagnia di Quartu a smantellare un’imponente organizzazione criminale sarda, con intrecci albanesi, che aveva messo su un vasto traffico internazionale di cocaina e hascisc sull’asse Cagliari-Sassari, con rifornimenti in Spagna e Albania.
I boss A capo del sodalizio malavitoso c’erano i cagliaritani Giovanni Portas (42 anni) e Paolo Gaviano (52, ipovedente e titolare di pensione di invalidità e assegno di accompagnamento), e il sassarese Gabriele Grabesu (37), tutti piuttosto noti alle forze di polizia per fatti di droga. Gaviano e soprattutto Portas gestivano nel cagliaritano il traffico di cocaina e hascisc importati da Spagna e Albania, mentre Grabesu si dedicava esclusivamente alla “polvere bianca”, acquistata all’ingrosso a Cagliari, da piazzare a Sassari e dintorni. Il suo braccio destra era Vincenzo Masia (38 anni) mentre completavano il clan sassarese Simonetta Arca (51), Antonio Solinas (38), Andrea Cabras (36), Roberto Maninchedda (28), i coniugi Gavino Canu (39) e Claudia Sogos (37). Il rapporto d’affari fra Grabesu e Portas, che si erano conosciuti in carcere e lì avevano organizzato il traffico di droga una volta tornati in libertà, si era però interrotto a fine 2018 perché il sassarese avevano accumulato debiti per quasi 100mila euro con Portas, che lo riforniva, e fra loro era venuta a mancare la complicità. Grabesu si era messo così in proprio, organizzando un suo clan a Sassari, mentre Portas continuava a mantenere al pari di Paolo Gaviano, boss dello spaccio nel quartiere di San Michele, il controllo del mercato cagliaritano.
L’ordinanza Dalle 325 pagine dell’ordinanza del gip Ferrarese, che riporta per filo e per segno i tre anni di complesse indagini dei carabinieri della Compagnia di Quartu, emergono i particolari di un’attività criminale di livello professionistico capace di far arrivare nell’isola in tre anni oltre una tonnellata fra hascisc e marijuana e creare un volume d’affari di circa 18 milioni di euro. Nel corso delle indagini, gli investigatori hanno sequestrato 650 chili di hascisc e diverse decine di chili di cocaina, per un valore di 8 milioni di euro, e arrestato numerose persone. Le misure cautelari emesse dal gip del tribunale di Cagliari Ermengarda Ferrarese sono in totale 40, di cui 18 ai domiciliari, con complessivi 72 indagati.
Oggi dovrebbero comparire davanti al giudice, in videoconferenza dal carcere oltre una decina degli indagati, con i restanti rimandati a venerdì perché domani la giudice Ferrarese ha in calendario altre udienze da tempo fissate. Intanto, dall’ordinanza di custodia cautelare emergono tutti i particolari delle indagini svolte dai carabinieri della Compagnia di Quartu, diretti dal comandante, capitano Michele Cerri, e dal capitano Pietro Lucania del nucleo operativo radiomobile, con l’apporto di un pool di investigatori che il generale Luca Corbellotti, comandante provinciale di Cagliari, ha elogiato in conferenza stampa, definendoli “di encomiabile professionalità e abnegazione”.
Le indagini Erano partite agli inizi del 2018 quando Giovanni Portas, dopo l’arresto del cognato trafficante Fabio Podda, aveva preso in mano le redini del traffico di sostanze stupefacenti, con la complicità del padre Giorgio (63 anni), della madre Antonella Damu (61) e della sorella Elisa (36), che avevano nella loro abitazione di via Bulferetti 17 a Quartu la base logistica dei quantitativi importanti di stupefacenti che poi venivano conferiti agli spacciatori. Per primo, quando erano ancora in combutta, Gabriele Grabesu che veniva personalmente a Cagliari a fare il carico o si affidava ai suoi corrieri di fiducia per il trasporto. Due di questi, i coniugi Gavino Canu e Claudia Sogos, persero anche una commessa di cocaina che gettarono via dal finestrino della loro Peugeot 207 quando, rientrando a Sassari a tarda sera, si accorsero, all’uscita dal capoluogo, di essere pedinati sulla statale 131 da un’auto civile. Erano convinti di poter tornare il giorno dopo a riprendersi il pacchetto di droga gettato in cunetta, ma non andò così. Al controllo, una volta raggiunti e bloccati, risultarono “puliti”. Ma i militari, che da giorni intercettavano le loro telefonate con Grabesu, tornarono per primi la mattina successiva in quel tratto di strada e recuperano la droga, fotografando poi a distanza i numerosi “cercatori” in cunetta giunti da Sassari per recuperare il pacchetto.
Animali in vendita Nel giardino della casa di Giovanni Portas i militari hanno trovato 28 esemplari di tartaruga: sei Testudo Marginata, tipica Sardegna e di 22 Testudo Hermanni, tipica del Sud Europa e delle isole del Mediterraneo. Ogni tartaruga ha un valore sul mercato di circa 100 euro. I carabinieri forestali le consegneranno al centro di recupero fauna selvatica di Monastir.