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L'analisi

Senza lavoro o sussidi: il dramma di 10mila sardi

Senza lavoro o sussidi: il dramma di 10mila sardi

Dal 18 via all’assegno di inclusione. Resta il nodo delle retribuzioni: il reddito medio è basso

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Sassari Sono circa 10mila i sardi che, dopo la stretta del Governo Meloni, hanno perso il diritto al reddito di cittadinanza. Ora si profila la nuova misura di sussidio: l’Assegno di inclusione, lo strumento di contrasto alla povertà voluto dalla ministra Calderone e destinato dal 1° gennaio anche agli ex percettori del Rdc: l’avvio è previsto il 18 dicembre. Ma non sarà per tutti. Dalle prime stime dell’Inps saranno 737.400 in Italia i nuclei familiari interessati a richiedere l’Assegno, riconosciuto ai nuclei familiari che oltre ad un reddito basso, hanno disabili, minori, over 60 e persone prese in carico dai servizi sociali. La platea comprende 348.000 nuclei con un minore, 215.800 con una persona disabile, 341.700 con un componente con almeno 60 anni.

Una ciambella di salvataggio per quelli che saranno in condizioni di difficoltà e non potranno o non riusciranno a trovare un lavoro. Problema diffuso nell’isola, come dicono appunto i dati sul reddito di cittadinanza, ma non l’unico. La Sardegna non brilla neppure per reddito medio. Secondo l’istituto Tagliacarne, a parte la Città metropolitana di Cagliari che occupa la 17esima posizione e quindi ha una posizione in alta classifica con 14.244 euro, per il resto le cose non vanno benissimo: Sassari è 62esima con 9mila, Oristano 76esima con 7.723, la provincia del Sud Sardegna 96esima con 6.513, infine Nuoro 101esima con 5.991.

Ma come va il mercato del lavoro in Sardegna? Secondo l’ultimo report della Banca d’Italia nel primo semestre del 2023 l’occupazione in Sardegna è cresciuta con una intensità inferiore sia rispetto al periodo corrispondente dell’anno precedente, sia nel confronto con il dato nazionale. Secondo i dati della Rilevazione sulle forze di lavoro dell’Istat (Rfl), nella media dei primi sei mesi dell’anno in corso l’occupazione nell’isola è aumentata dello 0,9 per cento nel confronto con il dato del primo semestre del 2022 (2,0 in Italia). All’incremento sostenuto del primo trimestre (2,3 per cento) ha fatto seguito un lieve calo nel secondo. «Nel complesso - spiega Bankitalia - la dinamica è stata guidata dall’occupazione dipendente, a fronte di una sostanziale stabilità nel numero dei lavoratori autonomi». Il tasso di occupazione è aumentato di 0,7 punti percentuali rispetto al primo semestre del 2022, al 55,1 per cento nella media del periodo.

«Nei primi otto mesi del 2023 è tornato ad aumentare il ricorso alla Cassa integrazione guadagni - sottolinea ancora il report di Bankitalia -. La crescita è quasi interamente legata al comparto dell’industria in senso stretto, in particolare al settore metallurgico. Si è invece sostanzialmente azzerato il ricorso ai Fondi di solidarietà».

Secondo i dati delle comunicazioni obbligatorie del Ministero del lavoro e delle politiche sociali riferite al settore privato non agricolo, nel primo semestre sono stati attivati quasi 3.000 contratti di lavoro alle dipendenze in più rispetto allo stesso periodo del 2022.

L’analisi di Bankitalia considera anche i singoli settori la crescita è più marcata nel turismo mentre nel settore edile la creazione di posizioni nette si è indebolita: «Secondo i dati dell’Agenzia Sarda per le Politiche attive del lavoro, il comparto turistico e in misura minore gli altri servizi hanno trainato la creazione di posizioni di lavoro anche nei mesi di luglio e agosto. La partecipazione al mercato del lavoro è rimasta sostanzialmente stabile, al 62,1 per cento nella media del primo semestre dell’anno in corso: il tasso di attività è diminuito per la componente maschile (-1,5 punti percentuali rispetto al periodo corrispondente del 2022)». Il tasso di disoccupazione è all’11,1 per cento, in calo di poco più di un punto percentuale.

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