La Nuova Sardegna

Edilizia

Caos Superbonus: il Milleproroghe per salvare cantieri e condomini arenati

di Luigi Soriga
Caos Superbonus: il Milleproroghe per salvare cantieri e condomini arenati

Il decreto al vaglio del Consiglio dei Ministri

27 dicembre 2023
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Sassari Il decreto milleproroghe all’esame oggi, giovedì 28, dal Consiglio dei Ministri, potrebbe disinnescare il cortocircuito insito nel passaggio dal superbonus 110 alla versione più soft del 70%. Gli scenari apocalittici all’orizzonte sono i seguenti: migliaia di cantieri fermi che non riaprono, condomini o proprietari di unità singole che non hanno i soldi per far ripartire i lavori, stati di avanzamento lavori già incassati dalle imprese ma obiettivo delle due classi energetiche non ancora raggiunto, lo Stato che al 31 dicembre traccia una linea netta e chiede i soldi indietro per tutti gli edifici non efficientati.

E ancora: condomini e singoli proprietari che avevano fatto un piano economico che prevedeva col 110% la copertura totale delle spese. I crediti edilizi incagliati, i costi dei materiali lievitati, la manodopera insufficiente, hanno messo in ginocchio le imprese e dilatato a dismisura il cronoprogramma dei cantieri. Risultato: tutto ciò che slitta al 2024 non verrà più coperto in maniera totale dal superbonus 110, ma le spese dell’anno prossimo saranno rimborsate al 70 per cento. Tradotto: chi pensava di aver la casa in classe A senza dover sborsare un euro, sarà costretto a rivedere il budget. E in un condominio, quando salta il banco, tutto può accadere. Cioè che qualcuno non abbia la disponibilità di 5mila euro, e che alla fine non si raccolgano le risorse utili all’impresa per far ripartire i lavori.

La conseguenza di questo insieme di fattori, l’ha ben riassunta in un comunicato stampa la Class Action Nazionale Edilizia (Cande): «L’imminente se già non in corso, risoluzione dei contratti d’appalto per inadempienza contrattuale coinvolgendo privati – imprese – professionisti - istituti di credito – fondi – mediatori – media - Stato e tutto ciò che possa aver avuto a che fare con il superbonus 110, in un numero spropositato da mettere in enorme difficoltà ogni Palazzo di Giustizia presente sul territorio nazionale per almeno i prossimi 10 anni». Secondo il Cande siamo in procinto di scatenare una guerra giudiziaria del tutti contro tutti, nella quale lo Stato batterà cassa con i cittadini, i cittadini chiameranno in causa le imprese, le imprese faranno causa allo Stato per il blocco dei crediti, il tutto in una spirale senza uscita che paralizzerà completamente la giustizia. Basti pensare i tempi attuali dei processi, e ipotizzare un aggravio centinaia di migliaia di nuove cause legate al Superbonus. Ecco perché il Milleproroghe potrebbe essere l’unica via di uscita a una situazione di per sé esplosiva.

Il decreto all’esame del consiglio dei ministri in programma oggi, dovrebbe prevedere una norma che consenta di presentare un quarto Sal straordinario (stato di avanzamento lavori), che dia la possibilità di scaricare fino alle prime settimane del 2024 le fatture relative a lavori sui quali si era rimasti indietro. Questo escamotage è una sorta di salvagente per chi è rimasto indietro nel cronoprogramma e rischia di vedersi ridurre il Superbonus dal 110 al 70% anche per opere realizzate nel 2023, che tuttavia non abbiano concluso il Sal. Sul tavolo di oggi ci sono diverse proposte. Una è targata Fratelli d’Italia. Prevede appunto la possibilità di chiudere tutti i lavori effettuati nel 2023 con un Sal straordinario entro il 31 dicembre, con la possibilità di caricare le fatture sulla piattaforma dell’Agenzia delle Entrate fino al 12 gennaio. Questo perché il 110% permette di pagare i lavori in sole tre tranche (Sal, appunto): una per il primo 30 per cento di lavori ultimati, una per il secondo 30 per cento, e una a saldo. Chi al 31 dicembre di quest’anno non avesse raggiunto una di queste percentuali minime, si vedrebbe costretto a “scontare” al 70 per cento anche lavori del 2023. Il Sal straordinario metterebbe al riparo migliaia di condomini che si trovano esattamente in questa situazione. Il Milleproroghe, o eventualmente un decreto ad hoc sul Superbonus, dovrebbe affrontare anche altri due problemi. Il primo è il rischio di accertamenti fiscali, con la conseguente restituzione degli sgravi, per i condomini che non hanno terminato i lavori e non hanno ottenuto il salto di due classi energetiche, requisito base per ottenere i crediti fiscali del Superbonus. Su questo punto è attesa una sorta di “sanatoria” che eviti ai contribuenti di dover rimborsare lo Stato.

Infatti, non bisogna mai dimenticare un aspetto: l’Agenzia delle Entrate, qualora il progetto di efficientamento energetico non venisse mai completato, batterebbe cassa sul committente e non sull’impresa. E chiederebbe indietro i soldi finora spesi per tutti i lavori effettuati.

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