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Capodanno, il turismo non fa il botto: piazze piene, gli hotel no

di Luigi Soriga
Capodanno, il turismo non fa il botto: piazze piene, gli hotel no

Pochi clienti anche per B&B e affittacamere. I concerti fanno muovere i sardi ma non creano business

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Sassari Piazze sold-out, concerti da record, ma nelle strutture ricettive il botto non c’è stato. I grandi eventi di Capodanno sono un perfetto catalizzatore per il turismo di prossimità, spostano folle da una città all’altra, ma i flussi sfiorano appena gli alberghi, i b&b e gli affittacamere senza riempire le camere. Per il 90 per cento si tratta di turisti sardi da toccate e fuga, giusto il tempo del concerto e dello scoccare della mezzanotte, e poi rientro in auto tra le quattro mura di casa.

Secondo Paolo Manca, presidente di Federalberghi Sardegna, le aspettative non potevano essere differenti. «Partiamo dal presupposto che qui non siamo a Cortina, e il Capodanno non potrà mai diventare una enorme calamita. Fatta questa premessa, si è trattato di una fantastica promozione politica e rivalità di campanile, che di turistico però non aveva niente. Quindi il riscontro negli hotel era assolutamente scontato: chi era aperto ha fatto buoni numeri, soprattutto ad Alghero e Olbia, ma non c’è stata una sola struttura che abbia scelto di aprire in funzione del Capodanno». Perciò basta fare un rapido check su Booking.com, per vedere che gli alberghi operativi l’ultimo dell’anno a Olbia e Alghero sono gli stessi dieci o quindici che già avevano scelto di fare anche la stagione invernale. E che per un paio di giorni hanno potuto applicare delle tariffe da altissima stagione, comparabili con i prezzi del ferragosto. «Questi sono eventi a esclusiva animazione territoriale. A livello di strategia turistica però non hanno alcun peso. Ok, mettiamo che su Olbia o Alghero avessimo 40mila persone, ma di queste il 98 per cento erano sarde e il 90 per cento non ha pernottato fuori casa. Perciò l’impatto sugli alberghi non poteva che essere molto marginale». Per dare una valenza politica al Capodanno bisognava cambiare strategia: «L’ideale sarebbe stato avere un calendario unico regionale, senza questa frammentazione concorrenziale di eventi. Diciamo che ottimizzando il budget complessivo si sarebbe potuto portare in Sardegna gli U2, con un’attrattiva oltremare ben differente. Ma a parte questa estremizzazione, un singolo concerto non basta a veicolare turismo. Bisogna creare almeno un pacchetto che riempia tre giorni per indurre una persona a viaggiare per l’isola. Poi bisogna parlare con i vettori, programmare per tempo, e fare promozione del concerto almeno 6 mesi prima. Solo così il Capodanno può tradursi in occasione turistica».

Anche per quanto riguarda l’extra alberghiero, i grandi eventi non hanno portato enormi affari. Maurizio Battelli, fondatore e Ceo di Sardinia Co-Hosting e presidente dell'associazione Extra, parla di numeri perfettamente in linea con l’anno scorso: «A Cagliari e nel sud Sardegna, il tasso di riempimento degli affittacamere si è assestato intorno al 68 per cento, a fronte del 72 per cento del 2023. I prezzi applicati sono quelli del ferragosto, cioè dai 120 ai 140 euro per due posti letto, cucina e bagno. Sono andate un tantino meglio Olbia e Alghero (stesse tariffe per notte), che arrivano al 71 per cento di occupazione, ma questi risultati si devono a una programmazione fatta in anticipo. I nomi degli artisti, cioè Zucchero e Ligabue, si conoscevano già 4 o 5 mesi prima e le persone hanno avuto modo di organizzarsi meglio. Se vuoi che il flusso di turisti non sia solo sardo, allora devi promuovere il Capodanno già in estate. Devi dire ai turisti: ora ci vediamo a Capodanno, perché qui sul palco suonerà....».

Infine c’è il comparto dei b&b, ma anche qui i volumi non sono entusiasmanti. Dice Laura Zazzara, presidente dell’associazione BB a Cagliari. «Non ci sono voli, e comunque prendere un aereo costa. Per quanto riguarda Cagliari il nome di Mengoni è spuntato tardi, con una programmazione a cortissimo raggio. I B&B hanno avuto un tasso di riempimento attorno al 60-65%, mentre ad Alghero e Olbia la percentuale sale. I prezzi medi applicati sono intorno ai 100 euro, in linea con quelli dell’altissima stagione».
 

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