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Verso le elezioni

La versione di Massimo Zedda: «Da Renato Soru ad Alessandra Todde per battere la destra»

La versione di Massimo Zedda: «Da Renato Soru ad Alessandra Todde per battere la destra»

I Progressisti: «La scelta più razionale possibile»

10 gennaio 2024
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Cagliari I Progressisti hanno raccontato così il loro trasloco, risale a domenica scorsa, da Renato Soru ad Alessandra Todde, dalla Coalizione sarda dell’ex governatore al Campo largo a trazione Pd-M5s. Nessun voltafaccia, hanno detto, nessun tradimento, sottolineato, e «tanto meno spinti da chissà quale cinismo», sottolineato. Bensì «dopo un’ampia e animata discussione al nostro interno, abbiamo preso all’unanimità la decisione più razionale possibile, quella più utile, per non far vincere la Destra, i fascisti, alle Regionali di febbraio». Per questo a Renato Soru hanno lanciato l’ultimo appello: «Formiamo insieme una lista unica, entriamo insieme nel Campo largo, con l’ambizione non solo di vincere le elezioni, ma soprattutto essere nei seggi il primo partito della coalizione e quindi fondamentali, determinanti, quando il centrosinistra governerà la Regione, mandando a casa la peggior Giunta della storia».

Una storia complicata Massimo Zedda, presidente del partito, Francesco Agus e Gianfranco Satta, capogruppo e consigliere regionale, più l’ex senatore Luciano Uras, però hanno capito bene che il loro recente cambio di condominio ha sollevato dubbi, critiche e commenti velenosi. Uno su tutti: sono saltati da un campo all’altro solo perché con Soru forse avrebbero perso, mentre con il Campo largo potrebbero vincere. E infatti, uno dopo l’altro, hanno puntualizzato, replicato e rilanciato. «Noi, in questi mesi molto complessi, siamo stati i primi a protestare per il metodo con cui parte del centrosinistra ha scelto il candidato (Todde) senza le primarie e continuiamo a dirlo: è stato un errore clamoroso».

La spiegazione Poi, sempre uno dopo l’altro, hanno proseguito: «Così come all’inizio della legislatura, abbiamo svolto un ruolo di cerniera fra Pd ed M5s, che nel 2019 si guardavano con reciproco sospetto, riuscendo a dar vita a un’opposizione compatta, in questi mesi, abbiamo mediato, trattato, discusso in contemporanea con un blocco e con l’altro. Ci siamo impegnati in ogni modo perché prevalesse l’unità e finisse la contrapposizione. Abbiamo chiesto un passo di lato contestuale a Soru, che ha detto sì, e a Todde, che ha risposto no. Lo ammettiamo, non siamo riusciti a ottenere quello che avremmo voluto, anche se continueremo a puntare all’obiettivo dell’unità fino all’ultimo minuto possibile. Ma noi che alla sinistra mai abbiamo voltato le spalle, nessuno può chiedere di essere quelli che semmai presentandoci altrove potrebbero favorire la vittoria dei fascisti e questo sin dall’inizio l’abbiamo detto anche a Soru». Anzi, i Progressisti sono sicuri che «proprio la sconfitta del centrodestra in Sardegna sarebbe un primo segnale, molto forte, per chi oggi si crede imbattibile, Giorgia Meloni».

Contraccolpi elettorali? Dopo aver ribadito che si candiderà per il municipio di Cagliari, ma «sia chiaro attraverso le primarie», Massimo Zedda ha detto: «Abbiamo ascoltato sempre la base e la base sarà con noi nei seggi, perché nessun uomo o donna di sinistra può e deve contribuire ad altri cinque anni di governo del centrodestra. Sarebbe una sciagura». (ua)

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