La Nuova Sardegna

Sedicenni scomparsi

L’appello della madre di Karol Canu: «Sono disperata, torna a casa»

di Tiziana Simula
L’appello della madre di Karol Canu: «Sono disperata, torna a casa»

I due ragazzi minorenni sono scomparsi a Olbia da ormai 5 giorni. «Chiunque sappia qualcosa ci aiuti, non abbia paura. Giuseppe? Non lo conosco»

29 gennaio 2024
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Olbia «Da giovedì scorso non viviamo più...Siamo disperate». Precipitate in un limbo, oppresse dall’angoscia del silenzio, Giulia e sua figlia Chiara lanciano appelli alla città e chiedono aiuto per ritrovare il loro Karol e il suo amico Giuseppe. La casa di via Paganini, nel quartiere Orgosoleddu, è un continuo via vai di gente, il cellulare squilla in continuazione, e la speranza è che all’altro capo del telefono possano finalmente sentire la voce del ragazzo, scomparso ormai da cinque giorni. Da giovedì sera, dei due amici di Olbia, si sono perse le tracce. I loro cellulari sono muti. Carabinieri e polizia a cui le famiglie dei due minorenni hanno presentato denuncia, ma anche volontari, conoscenti e parenti sono mobilitati nelle ricerche che si stanno allargando anche in altri comuni.
 

«Karol non spegneva mai il telefono, se non rientrava a casa a dormire ci avvisava, e se capitava che si scaricasse, ci chiamava da quello di un amico. Non ci faceva preoccupare. Non sappiamo più cosa pensare», dicono esauste.

Giulia, 47 anni, originaria di San Teodoro, ricostruisce gli ultimi momenti in cui ha visto suo figlio prima che scomparisse. «Ha ricevuto una telefonata, l’ho sentito dire “me lo potevi dire prima”, sicuramente era un amico che gli chiedeva di uscire. Infatti si è cambiato e mi ha detto “mà, non tardo, vado un po’ in piazzetta”. Erano le 19. Io gli ho risposto di non tardare, gli ho chiesto di aiutarmi a preparare la cena. Va bene, mi ha risposto, ritorno verso le 20, 20.30. Non si è messo neanche il giubbotto, doveva andare in piazza Nassiriya, qui vicino. Alle 20.45 non era ancora rientrato. Quando ho visto che stava tardando, l’ho chiamato. Ma aveva il cellulare spento. Da allora non l’ho più sentito e mi sono subito allarmata perché lui non spegneva mai il telefono, non mi faceva preoccupare così. L’abbiamo chiamato in continuazione, niente da fare... È una situazione strana». Attraverso diverse segnalazioni, Giulia e la figlia hanno saputo che Karol era con Giuseppe. Sono stati visti insieme vicino al parco Fausto Noce, in via Acquedotto, e poi in un bar, in via Roma. Poi, il nulla. «Ho provato subito a mandare dei messaggi su whatsApp e su Instagram, nessuna risposta», dice la sorella.

Karol Canu, 17 anni, si era iscritto all’istituto Agrario, aveva frequentato per pochi giorni, poi, si era ritirato da scuola. È stato per qualche anno in comunità, a Ghilarza, attualmente viveva a casa con la madre. È seguito da un educatore e dai servizi sociali di Olbia.

Con Giuseppe Contini si frequentavano, anche se non faceva parte della sua cerchia di amici più stretti. «Non conoscevamo Giuseppe e Karol non ce ne ha mai parlato, ma abbiamo saputo in questa circostanza da altre persone che si frequentavano – spiegano – Che siano scomparsi insieme, questo è certo. Abbiamo ricevuto diverse segnalazioni di persone che li hanno visti insieme quella sera».

Giulia parla di suo figlio, del suo carattere, di come si comportava a casa, con lei. «Mi aiutava tantissimo, e infatti anche giovedì scorso eravamo rimasti d’accordo che avremo preparato la cena insieme. Non usciva tantissimo, la sera giocavamo spesso a carte, a canasta. Il sabato andava a ballare e spesso lo accompagnava la sorella – racconta ancora la madre –. Giovedì scorso, quando è uscito di casa era tranquillo. Non so davvero cosa possa essere successo. La gente mi chiede “ma tu hai un’idea di dove possa essere?”. Se l’avessi saputo, sarei stata già lì, a riprendermelo...».

Giulia e la figlia Chiara lanciano l’ennesimo appello disperato. «Chiediamo a chiunque sappia qualcosa di aiutarci, non abbiate paura di parlare. Dateci più informazioni possibili per aiutarci a trovare i ragazzi, ve lo chiediamo per favore».

Mamma Giulia rassicura il suo Karol: «Figlio mio non reggo più questa angoscia, trova il modo di contattarmi. Ti prego torna a casa, ti stiamo aspettando. Se ti sei allontanato perché magari hai fatto qualche marachella che tu pensi sia qualcosa di grave, non ti preoccupare, tutto si risolve, noi ti aiutiamo, ti vogliamo bene. Ti preghiamo, torna a casa».

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