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Case di comunità poche e semivuote la rivoluzione per ora non c’è

di Roberto Petretto
Case di comunità poche e semivuote la rivoluzione per ora non c’è

Nell’isola previste 50, ma per l’ultimo report Agenas nessuna è stata attivata

13 febbraio 2024
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Sassari Qualcuna è stata anche inaugurata, ma è in pratica una scatola vuota. Qualcun’altra è in fase di costruzione, ma una volta ultimata dovrà essere riempita di contenuti (e di personale). In altri casi si tratta di una riverniciatura, di un rebranding, come direbbe chi si occupa di marketing, dei vecchi poliambulatori. La verità è che la rivoluzione delle Case di comunità, che avrebbe dovuto avvicinare la sanità pubblica al territori (anche quelli più lontani dai centri di attrazione) per ora è rimasta in gran parte inattuata. Ha cominciato a marciare solo in alcune parti d’Italia, ma tra queste non c’è la Sardegna.

I dati aggiornati al 31 dicembre 2023 sono contenuti in un dossier all’esame del ministro della Salute e in parte anticipati dal Sole 24 Ore. La previsione è quella di aprire entro giugno 2026 qualcosa come 1.038 Case di comunità in tutta Italia (cifra a cui si è arrivati dopo una rimodulazione al ribasso: in origine il numero previsto era intorno alle 1.400). Ebbene, il dato nazionale parla di 350 aperture, in prevalenza in Lombardia, Emilia Romagna e Veneto. In un terzo delle strutture (120) il medico di famiglia o il pediatra non c’è; in 56 strutture c’è il medico ma per meno di 30 ore alla settimana. Su 350 strutture aperte solo 148 lo sono sette giorni su sette e solo 110 per tutto l’arco della giornata.

La situazione nell’isola Questo il quadro nazionale. E la Sardegna? Qui bisogna fare riferimento al dato reso noto a ottobre dalla Fondazione Gimbe secondo cui nessuna Casa di comunità è stata attivata in Sardegna. La Fondazione Gimbe aveva disegnato questa situazione sulla base di dati Agenas, l’agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali. Sarebbero dovute essere 50 in tutto: 38 da ristrutturare e 12 da costruire ex novo. Ebbene a “quota zero”, secondo Agenas, a metà del 2023 la Sardegna era in buona e nutrita compagnia: Abruzzo, Basilicata, Campania, Calabria, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Marche, Puglia, Sicilia, Valle d’Aosta e le Province autonome di Bolzano e Trento.

Come dovrebbe essere In realtà qualcosa è stato fatto e qualcos’altro si sta facendo, ma i contorni sono un po’ sfumati, anche perché bisogna intendersi su cosa deve avere una Casa della comunità: «Stanno dicendo di avere attivato 15 Case di comunità - dice Gianfranco Ganau, capogruppo del Pd in consiglio regionale -, ma sono soltanto i vecchi poliambulatori a cui hanno cambiato il nome. La Casa di comunità deve avere assistente sociale, psicologo, infermiere di famiglia e comunità, medici di base, pediatri di libera scelta, specialisti. Tutto questo configura una Casa della Comunità, ma in realtà queste cose non ci sono».

In effetti, se si cerca un qualsiasi riferimento alle Case di comunità nei siti dell’Ares o delle Asl sarde ci si deve apprestare a un percorso con scarse o nulle indicazioni. Insomma, delle Case di comunità si hanno tracce labili. Anche nel sito dedicato della Regione, Sardegna salute, di tutto si parla (di ospedali, case di cura, consultori, farmacie e parafarmacie, servizio 118, guardie mediche, guardie turistiche, servizi dipendenze, strutture sanitarie e socio sanitarie, salute mentale), ma non di Case di comunità.

La programmazione Eppure, a giugno dello scorso anno, nella delibera con cui la Giunta regionale delineava la “Programmazione integrata degli interventi in ambito sanitario” la Casa della comunità veniva descritta come «struttura fisica in cui operano i team multidisciplinari e professionali di medici di medicina generale, pediatri di libera scelta, medici specialistici, infermieri, psicologi, assistenti sociali e altri professionisti della salute».

Una strutture che dovrebbe essere «punto di riferimento continuativo per la comunità, anche attraverso l'utilizzo di un'infrastruttura informatica, e inoltre, prevede, al suo interno, un servizio dedicato alla raccolta del bisogno da parte del cittadino per le valutazioni multidimensionali».

Ad aprile del 2022 la Regione aveva dato il via al progetto per la realizzazione di 50 Case di Comunità. Finanziamento complessivo: 76,6 milioni di euro, in gran parte provenienti dal Pnrr e in parte minore da risorse regionali.

La mappa Il dettaglio della mappa: 10 Case della Comunità nell’area dell’Asl 1 di Sassari per circa 26,6 milioni di euro (due a Sassari, una ciascuna a Porto Torres, Perfugas, Alghero, Bonorva, Ittiri, Ozieri, Bono, Castelsardo». Nove, per 9,8 milioni di euro, nell’Asl 2 (Berchidda, Olbia, Buddusò, La Maddalena, Arzachena, Santa Teresa, Trinità d’Agultu, San Teodoro, Tempio Pausania). 8,1 milioni per 6 case nell’Asl 3 (Aritzo, Macomer, Siniscola, Sorgono, Dorgali e Ottana). Nell’Asl 4 una casa a Jerzu (1,7 milioni). All’Asl 5 destinati 4,5 milioni per interventi su Santu Lussurgiu, Samugheo, Ghilarza, Tramatza. Due gli interventi previsti per l’Asl 6 (Sanluri e Lunamatrona) per 3 milioni di euro.

All’Asl 7 destinati 3,8 milioni di euro per Iglesias e Carbonia. Intervento massiccio nel territorio dell’Asl 8 di Cagliari: 19,1 milioni per Isili, Muravera, Villasimius, Decimomannu, Villasor, Capoterra, Teulada, Sadali, Monastir, Sestu, Dolianova, Sinnai, Elmas e due case a Cagliari.

Si dirà: c’è ancora tempo. L’obiettivo finale è di arrivare a 50 case aperte e funzionanti entro la metà del 2026. Bisogna attendere fiduciosi, ma con la consapevolezza che siamo già in ritardo.

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