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Emiliano Deiana: «Serve garantire servizi essenziali»

Emiliano Deiana: «Serve garantire servizi essenziali»

Non esiste un'unica ricetta, bisogna ripartire dalla fiducia per attirare nuovi residenti

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Olbia Il tema dello spopolamento per lui non è un esercizio dialettico da campagna elettorale. Lo conosce e lo vive sulla pelle del comune di cui è stato sindaco per 10 anni, Bortigiadas, e lo ha approfondito nel resto della Sardegna come presidente Anci. Emiliano Deiana, 49 anni, candidato Pd per Alessandra Todde, è diretto. «Chi parla di una soluzione unica è un cialtrone. Il tema è complesso, ha bisogno di interventi strutturali».

Quanto è grave la situazione in Sardegna?
Da sindaco già dal 2005, e poi durante la presidenza dell’Anci abbiamo messo in evidenza più volte che in Sardegna eravamo arrivati a un punto di non ritorno. Oggi la situazione è drammatica. Servono interventi di carattere strutturale che affrontino definitivamente il tema.

Cosa si può fare per invertire la tendenza?
Non esiste una soluzione unica. Come Pd crediamo serva una serie articolata di interventi. Primo: garantire servizi essenziali nelle aree interne e nei luoghi più marginali. Quindi sanità territoriale, istruzione, con almeno una scuola in ogni paese, soprattutto servizi alla prima infanzia 0-6 anni. Poi una mobilità moderna e la connettività.

Nel concreto cosa proponete?
Prima di tutto bisogna infondere fiducia per attirare nuovi residenti: nomadi digitali che con una connessione possono lavorare a New York come in un piccolo comune; i pensionati, con una forma di fiscalità agevolata modello Portogallo; le famiglie che stanche del vivere in città possono trovare nuovi stimoli anche di lavoro. Il secondo punto, difficile, è creare lavoro e occupazione nelle aree interne e marginali e in questo campo bisogna essere un po’ sperimentatori. Si deve venire incontro con una fiscalità di vantaggio a chi già sta lavorando: partite Iva, imprese. La chiamiamo zona franca rurale: quindi decontribuzione, minore costo del lavoro, taglio delle tasse locali. Perché il barista di un piccolo comune ha la stessa imposizione fiscale del bar in piazza Navona. C’è poi il tema dell’abitare. Abbiamo 280mila case disabitate. Pur non giudicandole, non siamo per le soluzioni semplicistiche delle case a un euro. Crediamo invece in un’ opera di recupero del patrimonio edilizio che in parte sia fatta dalla Regione con le forme incentivante dei mutui o attraverso l’Area. Ma pensiamo anche a un sistema pubblico-privato innovativo in cui chi vende e chi vuole comprare trova un punto di contatto e crea un’economia circolare.

Come giudica gli interventi della giunta Solinas sullo spopolamento?
Il bonus bebè, i contributi per la casa e nuove attività proposte dall’assessore Fasolino sono buone misure. Ma inutili se distaccate da un quadro generale di interventi strutturali. (se.lu.)

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