La Nuova Sardegna

Consiglio regionale

Il Governo contro la variazione di bilancio. La legislatura finisce con 20 leggi impugnate

Il Governo contro la variazione di bilancio. La legislatura finisce con 20 leggi impugnate

Contestati gli articoli su indennità, edilizia e borse di studio

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Cagliari Il governo Meloni non ha dato scampo neanche all’ultima legge contabile approvata dal Consiglio regionale sui titoli di coda della XVI legislatura. In totale sono state 20 le leggi della Sardegna contestate dai tre governi che si sono succeduti dal 2019 in poi: Conte I e II, Draghi e Meloni. Stavolta richiesta del ministero per gli affari regionali, guidato dal leghista Roberto Calderoli, Palazzo Chigi ha impugnato alla Corte costituzionale tre articoli 27 della variazione di bilancio.

Sono quelli sull’indennità riconosciuta anche ai consiglieri delle Città metropolitane, sull’urbanistica (seminterrati e parcheggi riutilizzabili) e infine sulle borse di studio destinate alle professioni non mediche, come veterinari, biologi e psicologici. In tutti e tre i casi – secondo il Consiglio dei ministri – «la Regione ha invaso le competenze dello Stato previste dalla Costituzione». Martedì, tra l’altro, sempre la Corte costituzionale esaminerà il ricorso presentato ancora dal governo Meloni contro la Finanziaria 2023, e anche in questo caso gli articoli impugnati spaziano dall’urbanistica alla sanità fino alla riforma delle Province.

Indennità La variazione di bilancio, si legge nel comunicato di Palazzo, sarebbe incostituzionale nell’articolo in cui riconosce un’indennità (lo stipendio) anche ai consiglieri delle Città metropolitane, mentre – stando alle legge nazionale dell’ex ministro Delrio – quello stesso incarico «può essere svolto solo a titolo gratuito».

Invece – testuale – «nel prevedere un’indennità anche per i consiglieri delle Città metropolitane, uguale a quella oggi riconosciuta ai consiglieri comunali delle Città, determinerebbe, di fatto, un incremento inammissibile della spesa pubblica». In parole molto più semplici, scrive il Governo, quell’incarico deve continuare a essere svolto senza ricevere alcun compenso.

Edilizia Anche stavolta il Consiglio dei ministri ha preso di mira una parte del sempre contestato ex Piano casa. In particolare, l’articolo in cui è «permesso il riutilizzo a fini residenziali di seminterrati, scantinati e piani pilotis (parcheggi) anche oltre gli indici volumetrici (le cubature), i limiti di altezza e il numero dei piani previsti dalle norme comunali e regionali». Scrive Palazzo Chigi, nel ricorso: «È, invece, una deroga inammissibile, perché finirebbe per provocare una profonda alterazione degli standard urbanistici nei Comuni, rendendo così di fatto impossibile l’indispensabile e ordinato sviluppo urbanistico». Cioè – in estrema sintesi – la Regione non può aumentare in materia unilaterale le cubature senza tener conto delle prescrizioni in vigore.

Borse di studio Con una precedente legge, il Consiglio regionale aveva deciso di finanziare anche le borse di studio a favore dei medici specializzandi in veterinaria, odontoiatria, farmacia, biologia, chimica, fisica e psicologia. Sono tutte professioni non mediche e infatti, prima di impugnare l’articolo, il ministero aveva chiesto alla Regione di evitare, con una correzione, che queste borse di studio regionali non seguissero lo stesso iter di quelle previste, a livello nazionale, per le specializzazioni in medicina. La correzione, invece, non c’è stata e l’articolo è stato impugnato.

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