La Nuova Sardegna

Nuove professioni

Dalla gravidanza al parto: ecco l’assistente che aiuta le mamme

di Massimo Sechi
Elena Massimo
Elena Massimo

Si chiama “doula” e garantisce sostegno esteso al primo anno di vita del bimbo

02 aprile 2024
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Sassari Possiamo definirla una professione nuova, anche se la sua origine ed il suo nome derivano dal greco antico. La doula. La traduzione è letteralmente “schiava della moglie”, ma il suo significato odierno è ben più profondo. La doula si occupa di dare un sostegno completo, pratico, affettivo ed emotivo alla donna e alla famiglia durante la gravidanza, al momento del parto e per tutto il primo anno di vita del bambino.

In Italia la diffusione di questa figura professionale sta aumentando progressivamente. C’è una scuola riconosciuta dal ministero dello Sviluppo economico, Mondo Doula, che ha formato molte donne che ora operano in diverse Regioni. In Sardegna sono ancora poche ma è facile immaginare che il numero sia destinato ad aumentare. A Sassari abbiamo incontrato Elena Massimo, nativa di Brescia ma qui a Sassari da dieci anni.

«Sono diventata mamma del mio primo bambino nel 2015. Vivevo a Sassari da solo un anno. Durante la gravidanza c’era sicuramente la famiglia del padre del mio bambino che mi ha aiutato tantissimo ed era molto presente, ma mi mancava una rete di relazioni affettive di amicizie e di confidenze. La maternità ti mette di fronte a limiti ed insicurezze. Io ho scelto di partorire a casa e con un’ostetrica che mi ha parlato di questa figura professionale, Poi, quando è arrivata la seconda figlia, ho pensato al fatto che poteva essermi di aiuto. Allora ho cercato corsi e scuole e mi sono avvicinata a quella di Mondo Doula. Durante il lockdown ho fatto la formazione e già dal tirocinio ho iniziato ad occuparmi di future mamme e di neomamme».

Ma che cosa fa nel concreto una doula? «Prima di tutto quando veniamo contattate si fa un colloquio conoscitivo per capire quali sono le esigenze e se si crea un’empatia tra me e la persona che vuole avere questo tipo di sostegno. Noi facciamo un po’ di tutto: accompagniamo alle visite, perché magari si tratta di una madre single o con un futuro padre che lavora, o ancora con parenti ansiosi che non possono essere di aiuto».

Ma l’attività non si ferma qui: «Prepariamo i corredini, aiutiamo ad arredare le stanzette e l’angolo del nascituro. Siamo pronte ad ascoltare ogni tipo di loro esigenza, devono sentirsi libere di raccontare tutto ciò che vogliono, ma facciamo anche cose pratiche, come ad esempio preparare il pranzo. Durante il travaglio ed il parto siamo pronte ad accompagnarle e a vivere insieme a loro quel momento».

L’assistenza continua dopo il parto: «Quando il bambino nasce continuiamo a dare il nostro sostegno nelle forme che sono più utili alla mamma. Stiamo con lei, se lei dorme noi teniamo il bambino, se ha altri figli stiamo con loro, così può dedicare tempo esclusivo al neonato. La coccoliamo, nel vero senso della parola, preparando una tisana o facendo un massaggio rilassante. Se serve facciamo anche la notte o lavoriamo anche durante i giorni festivi».

Tutto questo dura almeno fino al primo anno di vita del bambino: «È vero, anche se per quanto mi riguarda anche fino ai 36 mesi perché mi sono formata come puericultrice olistica con una pediatra di fama nazionale come Elena Balsamo. Per me è importante dire che noi non siamo operatrici sanitarie ma sociali. Non possiamo seguire un travaglio senza un operatore sanitario presente e né indicare farmaci. La nostra formazione iniziale dura dieci mesi ma poi ogni anno dobbiamo fare corsi e frequentare altre ore formative per continuare a svolgere la professione».

Professione giovane, ma l’attività comincia a essere consistente: «Le mamme che ho assistito fino ad oggi sono circa una ventina e sono state tutte esperienze bellissime, per me sicuramente ma sono certa che il sostegno è stato molto utile anche alle mamme e alle loro famiglie. Ogni percorso regala aneddoti molto forti emotivamente, ma anche episodi simpatici».

Un esempio: «Durante un parto mi sono dovuta occupare principalmente dei nonni perché erano particolarmente ansiosi. Ci sono state anche situazioni con mamme fragili perché può capitare che una donna anche subito dopo il parto non riesca subito a sentirsi madre. In quei casi la mia è una figura non giudicante, che aiuta a non sentirsi sbagliata, che offre informazioni sui servizi del territorio che può utilizzare».

Come si fa per contattare una doula? «Si può entrare nel sito di Mondo Doula e cercarne una del territorio. Per quanto riguarda me sono presente sia nel sito della scuola ma sono anche contattabile nei social, sia Facebook che Instagram, cercando elenaladoula».


 

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