La Nuova Sardegna

Il lutto

L’ultima corsa del fantino di Mores Stefano Cherchi

di Andrea Sini
L’ultima corsa del fantino di Mores Stefano Cherchi

Il 23enne è morto in Australia dopo due settimane di coma. Troppo gravi i postumi di una caduta in gara. Grande commozione a Mores e Sassari

03 aprile 2024
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Sassari Stefano Cherchi aveva un unico grande sogno: diventare un fantino di successo. Ne parlava sin da bambino, lo diceva a tutti e ora che non c’è più spezza il cuore pensare che un sogno inseguito così a lungo, e finalmente realizzato, sia durato così poco.

Il piccolo campione dell’ippica sarda, cresciuto tra Sassari e Mores, si è spento ieri a 23 anni nel letto dell’ospedale di Canberra, in Australia, nel quale era ricoverato dal 20 marzo. Da quel giorno era in coma per i postumi di una caduta avvenuta durante una gara, nella quale aveva riportato gravissime lesioni alla testa ed emorragie interne. Due settimane di sofferenza, speranze e preghiere non sono bastate per cambiare un destino che ieri alle 12,30 australiane ha emesso la sentenza definitiva. Stefano ha smesso di vivere con accanto i genitori e una delle sorelle, partiti dalla Sardegna immediatamente dopo l’incidente.

È stata proprio la famiglia a comunicare la notizia, che attraverso una nota pubblicata dalla locale associazione dei fantini ha fatto rapidamente il giro del mondo. Portando enorme sconforto in Sardegna e a Newmarket, in Inghilterra, i luoghi nei quali Stefano Cherchi si era fatto meglio conoscere e apprezzare. Come persone, prima ancora che come fantino di grande talento.

Era in testa, Stefano, quel giorno sulla pista dell’ippodromo di Thoroughbred Park, prima che la cavalla Hasime lo disarcionasse. Forse avrebbe vinto, senza quella drammatica caduta, come già tante volte gli era capitato nella sua ancor breve carriera: 106 successi ottenuti in Inghilterra, dove si era trasferito giovanissimo, ad appena 16 anni, per inseguire il suo sogno; altre due vittorie le aveva ottenute in Australia, dove si era spostato dalle prime settimane di quest’anno.

Ma non sarebbe giusto ricordarlo attraverso le statistiche, o parlando soltanto della sua bravura in sella. «Ciò che lo descrive meglio non sono né le sue abilità come fantino né il numero di gare che ha vinto – ha scritto Callum Shepherd, uno dei grandi jockey di Newmarket –. Ciò che per noi definisce meglio Stefano, per lo meno per noi che siamo stati così fortunati da conoscerlo, e intendo dire davvero fortunati, è la persona che lui era. È stato un grande amico, era una persona incredibilmente gentile e io credo che rendere allegre le persone accanto al lui gli facesse davvero piacere. Di certo era più preoccupato degli altri che di se stesso. Il suo spirito e la sua capacità di far ridere le persone forse resteranno il ricordo più bello di lui. Di certo era estremamente divertente, possedeva quel tipo di umorismo per il quale serve grande intelligenza».

Testimonianze simili sono arrivate da tutto il mondo dell’ippica: «Godeva di grande stima in ogni parte del mondo», ha scritto la British Horseracing Authority. «Aveva sempre il sorriso sul viso ed è così che vogliamo ricordarlo, per il suo carattere solare», ha detto Marco Botti, che lo ha allenato a lungo in Inghilterra e che ieri ha aperto una sottoscrizione a favore della famiglia Cherchi, superando in poco tempo quota 10mila sterline.

Toccante il post scritto da don Piero Paulesu, attuale parroco della chiesa di Santa Vittoria, a Thiesi, che lo ha avuto a lungo da bambino nei campi dell’Acr. «C’è chi passa una vita intera a rincorrere i propri sogni e a volte neppure ci riesce. Tu con la tua potenza e vitalità hai insegnato a tutti a crederci fino in fondo, con allegria, sacrificio e impegno, a prendere in mano quel sogno e renderlo possibile. Agli occhi del mondo avevi davanti ancora tante gare e tanti trofei da vincere. Agli occhi di Dio avevi già vinto tutto».

E mentre a Mores, paese di cui è originaria la famiglia Cherchi, nei prossimi giorni si svolgerà una fiaccolata, a Sassari i tantissimi amici ed ex compagni di scuola attendono il ritorno della salma del piccolo campione volato via troppo presto. Il mondo dei cavalli perde un astro nascente; la Sardegna perde un campione da esportazione; la famiglia e gli amici piangono un ragazzo dal cuore d’oro.

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