I vescovi sardi da papa Francesco: primo incontro della “Visita ad limina”
Nel corso della riunione sono state discusse le questioni che riguardano la missione ecclesiale nelle diocesi isolane
Roma Cominciata nella mattina di oggi, 8 aprile, a “Casa Santa Marta” la “Visita ad limina” dei vescovi sardi che hanno incontrato alle 9 papa Francesco. Nel corso dell’incontro sono state discusse alcune questioni che riguardano la loro missione ecclesiale nelle dieci diocesi sarde, diventate otto dopo le recenti unificazioni.
Si tratta del primo e più importante di una serie di impegni che fino a venerdì 12 aprile vedranno i presuli incrociare, in momenti separati, i responsabili dei singoli dicasteri vaticani per trasmettere alla Santa Sede la “fotografia” della Chiesa sarda.
La parte rituale, protocollare e burocratica della visita viene accompagnata da alcune celebrazioni religiose nelle quattro delle 5 basiliche patriarcali romane ( S. Pietro, S. Paolo fuori le Mura, S. Giovanni in Laterano, Santa Maria Maggiore) alla quale partecipano anche sacerdoti e giovani del Pontificio seminario regionale.
«Il senso della visita ad limina apostolorum, cioè alle “soglie” (le tombe) degli Apostoli, non è quello dell’assolvimento di un obbligo giuridico. È piuttosto - dice l’arcivescovo di Sassari Gian Franco Saba - un’esperienza particolare di Chiesa che permette di condividere con il Papa i vissuti delle Chiese locali di tutto il mondo. Può quindi essere considerata come un’occasione che trasmette “arricchimento di esperienze” al ministero del pontefice, dai contesti culturali e di fede delle diocesi. Come affermò San Giovanni Paolo II, le visite ad limina “costituiscono un’occasione privilegiata di comunione pastorale».
Anche la Visita “ ad limina” della Conferenza episcopale sarda sconta i ritardi provocati da Covid, che ha fatto slittare a livello mondiale un appuntamento che, secondo il Codice di diritto canonico, dovrebbe avvenire ogni 5 anni. La precedente “visita” risale al 17 maggio 2013, appena tre mesi dopo l’elezione di papa Francesco al soglio pontificio. Solo due vescovi ( cardinale Arrigo Miglio, amministratore apostolico di Iglesias, e Mauro Morfino vescovo di Alghero Bosa), dei dieci presenti undici anni fa, si ripresenteranno in Vaticano.
L’unificazione “in persona episcopi” di 4 diocesi, porterà davanti a Bergoglio solamente 8 vescovi, chiamati a governare una realtà ecclesiale composta da circa un milione e mezzo di battezzati (comprese le congregazioni religiose femminili) dove operano 735 preti secolari, 233 sacerdoti regolari e 94 diaconi permanenti. «Dall’antichità cristiana - aggiunge l’arcivescovo di Sassari - era consuetudine trasmettere al Vescovo di Roma tramite incontri, ambasciatori, epistole, messaggi, speciali esperienze teologiche, pastorali ed umane delle Chiese particolari diffuse nei vari territori dell’orbe. È una comunicazione nello Spirito che guida e sostiene la Chiesa».
In preparazione alla “visita” i vescovi hanno preparato, in risposta a 23 domande riguardanti i principali aspetti della vita di ciascuna diocesi, un corposo dossier di diverse centinaia di pagine, trasmesso alla Nunziatura apostolica in Italia, che verrà illustrato agli undici dicasteri vaticani e alla Segreteria di Stato nei cinque giorni romani della Conferenza Episcopale sarda. «Il dialogo con i Dicasteri e gli organismi della Curia Romana - dice Giuseppe Baturi, arcivescovo di Cagliari - contribuisce, attraverso un interscambio di informazioni e una condivisione di sollecitudine pastorale, al bene e allo sviluppo della Chiesa intera».