La Nuova Sardegna

Agricoltura

La valle del Coghinas resta a secco: il raccolto degli orti è a rischio

di Salvatore Santoni
La valle del Coghinas resta a secco: il raccolto degli orti è a rischio

Si rompe una paratoia della diga: acqua col contagocce su 2.500 ettari. Il Consorzio di bonifica alla Regione: «Centinaia di aziende potrebbero fallire»

15 aprile 2024
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Sassari C’è chi ha parcheggiato fino a 30mila piantine perché ha troppa paura che piantandole si secchino dopo pochi giorni, oppure chi rischia di beccarsi una penale sui contratti per gli ultimi tagli dei carciofi dop destinati alla Penisola. I meno fortunati, invece, hanno già messo a dimora le angurie oppure si ritrovano gli asparagi nel pieno della crescita e ora non possono fare altro che incrociare le dita e fare la danza della pioggia. Sì, perché dai rubinetti non esce granché e centinaia di aziende rischiano di soccombere.

È questa la situazione di piena emergenza che stanno vivendo gli agricoltori della bassa valle del Coghinas, da qualche settimana alle prese con una grave carenza d’acqua. Non per colpa della siccità, ma per un guasto a una paratoia della diga di Casteldoria.

Lo scontro Negli ultimi giorni la situazione si è fatta incandescente scatenando note stampa incrociate. Da una parte ci sono le associazioni di categoria a lanciare palle incatenate contro l’Enas; dall’altra appunto l’Enas a difendersi dagli attacchi. A prendere il toro per le corna ci ha pensato il consorzio di bonifica del Nord Sardegna. Il presidente, Toni Stangoni, ha scritto una lettera all’assessore all’Agricoltura, Gian Franco Satta. L’obiettivo: mettere tutti attorno a un tavolo – il 19 aprile a Valledoria – per uscire dall’emergenza in tempi stretti.

La lettera Nella lettera, Stangoni spiega che Enas ha cercato di bypassare il problema spedendo l’acqua, con l’ausilio di tre pompe, direttamente nelle condotte del consorzio ma che la cosa non sta funzionando. Nel senso che non basta. «La risorsa erogata risulta limitata – si legge – perdura l’emergenza idrica e non si è in grado di garantire la risorsa idrica necessaria a soddisfare le numerose richieste dei consorziati». Come se non bastasse, ci si è messo anche il meteo, che negli ultimi giorni ha regalato giornate quasi tropicali. «La situazione rischia di precipitare – continua la lettera – in un periodo caratterizzato da temperature ben al di sopra della media con parte delle colture estive da impiantare o già messe a dimora».

Agricoltori imbufaliti Le aziende agricole presenti nella bassa valle del Coghinas rappresentano in Sardegna eccellenze riconosciute a livello nazionale e internazionale. Stiamo parlando di circa 2.500 ettari coltivati a carciofi, patate, angurie, meloni, asparagi e vigneti, tutte colture che per le quali l’acqua è di vitale importanza. E quindi la rottura sulla diga è un guaio che mette tutti in difficoltà. Ma loro malgrado, gli agricoltori della bassa valle sono abituati ad avere un paio di questi problemi ogni anno. «Sono adirati – riprende Stangoni – qualcuno se la prende anche contro i dipendenti del consorzio che però non hanno colpe. Capisco anche la posizione di Enas, che fa quel che può, ma dobbiamo renderci conto che dietro le aziende di sono famiglie che hanno fatto investimenti consistenti e una risposta va data in qualche modo».

L’incontro Il consorzio di bonifica ha quindi dato appuntamento agli imprenditori agricoli, ai sindaci dei quattro Comuni della bassa valle e alle associazioni di categoria a Valledoria, dove venerdì è in programma una riunione con l’assessore all’Agricoltura. Satta non si è sottratto, ma ha confermato la sua presenza. Le richieste degli agricoltori e del consorzio sono già note: ristori per i primi e strumenti finanziari per risolvere una volta per tutte il problema dell’acqua nella zona. Il consorzio, infatti, come ha già messo in evidenza Enas nei giorni scorsi, ha delle condotte talmente vetuste che in pratica disperde la metà dell’acqua grezza che viene immessa in rete.

«Non basta» Dal consorzio hanno chiesto una quarta pompa. «Purtroppo non abbiamo quei 500 litri al secondo che servono – dice Stangoni –. Stiamo gestendo, cerchiamo di mantenere le vasche dei vari settori piene, anche perché diversamente c’è il rischio che si svuotino le condotte e sarebbe un bel guaio, sia per i tempi tecnici di riempimento delle vasche che per gli eventuali colpi di ariete che causerebbero sicuramente dei danni alla rete».

Le richieste Durante la riunione ci sarà pure da parlare sull’origine del problema: la rottura della paratia sulla diga. E quindi dei tempi per le riparazioni. Gli agricoltori vorranno capire se sarà necessario svasare per consentire i lavori. E, soprattutto, quando verrà ristabilita la normalità, dato che a metà maggio entreranno nel pieno della stagione irrigua e nessuno ha intenzione di rischiare di restare a secco dopo aver speso parecchi soldi. In altri termini, venerdì a Valledoria le domande per l’assessore all’Agricoltura non mancheranno di certo. «Mi sento di ringraziarlo per la disponibilità – riprende Stangoni –. Sono certo che da conoscitore della materia e del territorio saprà risolvere l’emergenza al meglio. Ci aspettiamo una rassicurazione relativamente a eventuali ristori che possono essere messi in campo qualora ce ne fosse necessità e inoltre che l’assessore collabori con il collega dei Lavori pubblici per accelerare quanto prima la attivazione di un’altra pompa».


 

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