La Nuova Sardegna

Elezioni comunali/Interviste

Mariano Brianda: «Nessuno ascolta più Sassari noi vogliamo essere la sua voce»

di Giovanni Bua
Mariano Brianda: «Nessuno ascolta più Sassari noi vogliamo essere la sua voce»

Candidato per il movimento civico della Costituente

06 maggio 2024
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Sassari Mariano Brianda, 70 anni, ex magistrato e presidente della corte d’appello, candidato sindaco alle scorse comunali per il centrosinistra, tra i fondatori della Costituente per Sassari, il gruppo di cittadini che da 2 anni e mezzo è al lavoro nell’elaborazione di programmi e progetti, nell’analisi delle problematiche, ma anche nell’offrire luoghi e servizi, rigorosamente gratuiti, a chiunque ne abbia bisogno. Gruppo che lo ha scelto come suo candidato sindaco, dopo un infruttuoso tentativo di dialogo con il campo largo.

Un accordo non era davvero possibile?

«Ci abbiamo provato. Ma noi abbiamo intercettato in 2 anni e mezzo di lavoro un elettorato ben caratterizzato. Sono quelli che non vanno più a votare, perché delusi. E in gran parte proprio della politiche del centrosinistra, anche alle ultime Regionali. A queste persone non si può dire: entra nel campo largo, semplicemente continuerebbe a non votare. Serviva un segnale di discontinuità forte».

Chiedevate la firma di un documento congiunto?

«Sì, eravamo disposti a partire da quello, pronti a convergere sul nome di Mascia, a patto che si facesse garante del metodo virtuoso di dialogo con i cittadini che stiamo praticando con eccezionali risultati. Non è stato possibile. Continuiamo per la nostra strada».

In cosa vi sentite diversi?

«Noi non siamo semplicemente in mezzo alla gente, cosa che comunque non fa più nessuno, ma siamo proprio la gente. Abbiamo seicento iscritti. Siamo divisi in 9 dipartimenti, sono operativi 22 sportelli gratuiti di assistenza. La nostra sede è aperta a tutti. Ospitiamo eventi, che sono prenotati per i prossimi tre mesi. Analizziamo problemi, elaboriamo soluzioni. E le mettiamo a disposizione».

La prima soluzione?

«Giace depositata in consiglio comunale dal 5 novembre 2023, quando l’ho, inascoltato, depositata. Si tratta della riforma dello statuto comunale, che se diventerò sindaco realizzeremo nei primi 50 giorni. E che comunque ripresenteremo in aula».

Di cosa si tratta?

«Una riforma che farà contare ogni cittadino nel governo della città, al fianco delle istituzioni che per legge sono chiamate a prendere delle decisioni. Si parla di istruttoria pubblica per le pratiche, referendum cittadino, assemblee e comitati di quartiere. Democrazia partecipata insomma».

Non si rischia il caos?

«Anzi, si semplifica tutto. Perché si ascoltano i desideri della città, e su quelli si lavora. Evitando la “resistenza” postuma, che inevitabilmente arriva, e per fortuna, con progetti calati dall’alto, come il “Canalone” che volevano costruire nelle valli, e che ora è bloccato anche grazie alle osservazioni anche della Costituente».

I giovani? Non è un po’ anziano per rappresentarli?

«L’essere nuovi non ha solo a che vedere con l’età. E comunque io sono una figura di garanzia, richiesta anche e soprattutto dai giovani, per permettergli di crescere e contare. Da noi i giovani ci sono, stanno formando una loro lista, autonomamente. Partecipano e sono protagonisti. Ma la rivoluzione è che tutti sono chiamati a essere protagonisti. A disegnare il loro futuro e a mettere in pratica, con l’impegno in prima persona, le loro idee».

Se non diventerà sindaco che farete al ballottaggio?

«Se non diventerò sindaco riprenderemo da dove siamo arrivati. Continueremo ad analizzare, proporre, essere a servizio della città, opporci a quello che non ci piace. Lavorare al sogno di quello che Sassari potrebbe essere, e che grazie ai sassaresi può diventare».

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