La Nuova Sardegna

Intervista

Daniela Falconi neo eletta presidente Anci: «Subito una legge per la scuola. Comuni sardi poco connessi»

di Paolo Ardovino
Daniela Falconi neo eletta presidente Anci: «Subito una legge per la scuola. Comuni sardi poco connessi»

La sindaca di Fonni: «Le priorità da presentare alla Regione riguardano sanità, istruzione ed energia»

25 maggio 2024
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Sassari «Per rispondere però devo assolutamente arrivare a casa – dice –, sì perché per strada il telefono non prende proprio». E sembra già uno spunto di discussione. Daniela Falconi, 46 anni, sindaca di Fonni, è stata eletta per acclamazione presidente dell’Anci Sardegna appena 48 ore fa. Preme sull’istruzione, come prima richiesta suggerisce a Todde una nuova legge sulla scuola. Poi batte sulla «connettività» che manca nei comuni.

E c’è un tema costante: come si affronta lo spopolamento?

«A parte le città costiere, si sta spopolando l’isola intera, dai capoluoghi ai paesini. È un problema che non ha una causa precisa e anche le soluzioni sono diverse. Servizi, lavoro, cultura, istruzione».

Lei come amministratrice convive con la perdita continua di abitanti?

«Vivo in un comune che, lo dico sempre, ha la fortuna di essere a fortissima trazione privata e abbiamo una percentuale di disoccupazione tra le più basse nell’isola. Ma anche noi perdiamo 50 persone l’anno e le nascite non compensano le morti».

Mi dica un modo per porre rimedio.

«Creare reti. Penso a forme di istruzione superiore e universitaria che possano formare i giovani nelle professioni. Sono tanti i giovani che non continuano il lavoro dei genitori nell’agro-pastorizia. Magari, formandoli si riesce a trattenerli. Ma non mi riferisco a semplice formazione professionale: intendo aiutare questi mestieri a guardare al futuro e cambiare».

Il collegamento con l’istruzione di ogni grado viene facile. In Sardegna da un anno si lotta con il dimensionamento scolastico che dimezza le autonomie. Che idea si è fatta?

«Le scuole, come il medico di base, sono presìdi indispensabili per la sopravvivenza di ogni comunità. Bisognerebbe pensare a una scuola che tenga i suoi presìdi. Quella del dimensionamento è una norma che arriva dall’alto, ci impone numeri e in base a quelli attribuisce insegnanti e dirigenti ma rovescerei il paradigma: guardiamola dalla parte degli studenti e di chi deve muoversi per imparare».

Norme basate sui numeri: sembra sempre più una scuola-azienda.

«Crea rivalità tra i territori, ognuno cerca di accaparrarsi il plesso vicino per aumentare gli iscritti ed evitare tagli».

Si può cambiare il trend?

«È indispensabile in Sardegna, e spero nella presidente e nella Giunta regionale, lavorare a una nuova legge sarda sull’istruzione. L’Anci è a disposizione».

Sa già quando incontrerà Todde?

«Ancora non abbiamo programmato un incontro ma l’idea è di iniziare per tematiche specifiche».

Mi dia allora un’ipotetica lista delle priorità dei sindaci.

«Sanità, istruzione, energia, occorre arginare anche il pericolo di assalti nel territorio. L’eolico è un rischio serio, così come il non avere assistenza medica, mancano medici nel mio paese così come al centro di Cagliari. E noi sindaci non possiamo fare ordinanze chiedendo alla popolazione di non ammalarsi...».

Perché si lotta contro le pale eoliche?

«I sindaci si sentono ormai esautorati nelle scelte di sviluppo dei territori. Vorrebbero quantomeno leggi che li mettano in condizioni di capire e decidere. Oggi vengono acquistati terreni senza alcuna richiesta o parere del Comune e si può subito installare».

Invece sulla poca connettività dei nostri paesi cosa pensa?

«Scherzando, con un sindaco del Sassarese è uscita fuori la battuta: “come prima mozione, ripetitori e linea mobile ovunque”».

Sembra una battuta ma è la realtà.

«Sì, da Nuoro a Fonni sono 30 chilometri di auto e non riesco a stare al telefono per più di due minuti consecutivi perché cade la linea. Mi metto nei panni di chi rimane a piedi o ha qualsiasi emergenza, o di chi vuole lavorare qui».

Non è un controsenso? Vogliamo attrarre i “nomadi digitali” e poi, se davvero venissero a vivere in certi comuni, non avrebbero internet.

«Io sono stata eletta sindaca nel 2016 e la prima consegna dalla vecchia amministrazione era il progetto di banda ultra larga voluto dalla giunta Pigliaru. Nel 2024 le imprese hanno scavato e messo le infrastrutture ma ancora a Fonni non abbiamo la fibra. Problemi e ritardi tutti italiani... ed è un danno enorme per la Sardegna. I cittadini sardi non hanno pari accesso alla linea. Come fa un’impresa a venire qui e avere problemi a inviare una mail? Sono piccole grandi cose ci impediscono di crescere o ci costringono a vivere in emergenza o di assistenzialismo, ancora peggio».

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