La Nuova Sardegna

Femminicidio

Trovate le tracce di Francesca Deidda, il marito Igor Sollai l’avrebbe convinta a partire in vacanza insieme

di Luciano Onnis
Trovate le tracce di Francesca Deidda, il marito Igor Sollai l’avrebbe convinta a partire in vacanza insieme

Sinnai, nel greto di un torrente sui Sette Fratelli vestiti, oggetti e sangue della 42enne

10 luglio 2024
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Sinnai Francesca Deidda, viva o morta che fosse, è passata nel tratto di campagna in cui il rio Picocca scorre lungo la vecchia statale 125, località San Priamo, in territorio di Sinnai, sul versante nord del compendio montano dei Sette Fratelli. Lo dimostrerebbero un bite dentale con custodia, un beauty case, un accappatoio e un brandello di felpa che i carabinieri della Compagnia di Iglesias e del nucleo investigativo provinciale di Cagliari hanno trovato ieri, con il supporto dei Cacciatori di Sardegna, del Soccorso alpino, dei vigili del fuoco e dei volontari della protezione civile, lungo il letto asciutto del torrente, vicino all’antico ponte romano. Tra le ipotesi degli investigatori ce ne sono alcune che potrebbero spiegare la presenza di oggetti di questo tipo in un’area impervia: Sollai avrebbe convinto la moglie a fare i bagagli per una breve vacanza, quando le intenzione erano altre, oppure si sarebbe liberato degli oggetti che avrebbero potuto confermare l’allontamento volontantio di Francesca Deidda, come il beauty case e l’accappatoio.

Gli effetti personali sarebbero dunque appartenuti – ne sono convinti gli inquirenti – alla donna scomparsa il 12 maggio scorso e presumibilmente uccisa dal marito Igor Sollai, 43enne, arrestato per omicidio aggravato e occultamento di cadavere. Una conferma sull’appartenenza degli effetti personali è attesa i prossimi giorni quando questi reperti, acquisiti dal Ris e rigorosamente custoditi in buste di cellophane, saranno sottoposti a un esame comparativo in presenza di un perito nominato dalla difesa dell’indagato, come impone la norma.

Le tracce ematiche rilevate sul brandello di felpa – ma anche su un pezzo di plastica di quelli usati per il trasporto – e il Dna isolato saranno comparati con quelli del fratello Andrea in via urgente, per poi poter procedere immediatamente alla comparazione tecnica in presenza alla presenza del pubblico ministero Marco Cocco che coordina le indagini su questo caso di presunto femminicidio. Accertamenti tecnici saranno effettuati anche, con le stesse modalità. Sulla Toyota Yaris della donna, sulla Volvo del marito Igor – poste sotto sequestro e custodite in un garage della caserma di via San Bartolomeo del IX Battaglione carabinieri – e nell’appartamento in cui a San Sperate abitava la coppia, in via Monastir 123 e anche questo sotto sequestro giudiziario. A portare gli investigatori sulla vecchia “125”, nel preciso tratto in cui, in località San Priamo (fra l’Arco dell’angelo e l’antico ponte romano) , scorre nella folta vegetazione e gli anfratti rocciosi, il rio Picocca, è stato l’ultimo aggancio alla cella dello smartphone di Francesca. Da lì sono partite le ricerche “di persona scomparsa” da parte della task force allestita dalla prefettura, dirette dal comando della Compagnia carabinieri di Iglesias e il coordinamento del pm Cocco. Le indagini erano partite il 30 maggio scorso dopo la denuncia formale presentata dal fratello di Francesca, Andrea, sulla scomparsa della sorella. A far scattare l’allarme erano state però le colleghe della donna, impiegata nel call center di una società finanziaria, che non riuscivano a darsi una spiegazione per le sue dimissioni, non riuscivano a parlarci al telefono che squillava a vuoto e, soprattutto, avevano capito che ai loro sms non era lei a rispondere ma un’altra persona.

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