La Nuova Sardegna

Politica

Legge sulle materie rare, si profila uno scontro Regione-Stato

di Giuseppe Centore
Discarica di fanghi rossi nel Sulcis
Discarica di fanghi rossi nel Sulcis

La presidente Alessandra Todde: «Avevamo chiesto di rendere vincolante il nostro parere per autorizzare lo sfruttamento di cave e miniere»

02 agosto 2024
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Cagliari La Camera dei Deputati ha approvato in prima lettura il decreto- legge sulle materie prime critiche di interesse strategico. La Regione, quando il testo sarà licenziato dal Parlamento si riserva di impugnarlo davanti alla Corte Costituzionale.

La Sardegna, con l'assessore dell'Ambiente Rosanna Laconi ha espresso parere contrario - come coordinatrice della Commissione Ambiente, Energia e Sostenibilità della Conferenza delle Regioni.

Il no nasce dal mancato accoglimento di alcuni emendamenti che miravano a rendere vincolante il parere delle Regioni nel procedimento autorizzativo, e a rendere obbligatoria l'intesa delle Regioni per l'approvazione del Piano nazionale delle materie prime critiche.

«La nostra Regione ha combattuto in solitudine la battaglia nel tentativo di far convergere le altre Regioni sulla necessità di emendare il testo del DL, purtroppo senza successo. Il governo, utilizzando impropriamente un decreto-legge, dispone una disciplina lesiva non solo del nostro Statuto e delle nostre competenze esclusive in materia di sfruttamento di cave e miniere, ma mina soprattutto la possibilità per noi sardi di tutelare ambiente e paesaggio. Infatti, il governo vuole escludere tali interventi dalla valutazione di impatto ambientale che la nostra Regione dovrebbe poter effettuare quando si tratta del proprio territorio. Un atteggiamento ricorrente in questi ultimi tempi, pericoloso e incurante degli impatti che tali disposizioni avrebbero sulla Sardegna. Pertanto, non appena il decreto verrà ufficialmente convertito in legge, la Sardegna impugnerà il DL materie prime critiche alla Corte Costituzionale», ha dichiarato in una nota la presidente Todde.

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