L’isola “colabrodo”: nelle condotte di Sassari ogni 10 litri di acqua se ne perdono più di 6
L’analisi dell’Ufficio studi della Cgia di Mestre: la Sardegna quarta in Italia per risorsa sprecata nelle reti
Sassari A livello nazionale ogni 100 litri di acqua immessa nella rete per usi civili ne arrivano all’utente poco meno di 58; gli altri 42 (in tutto sono 3,4 miliardi di metri cubi) si perdono lungo la rete idrica. Va molto peggio in Sardegna, dove oltre la metà dell’acqua che viaggia nelle condotte non arriva ai rubinetti.
La situazione dell’isola Sono soltanto alcune delle cifre messe in fila dagli esperti dell’Ufficio studi della Cgia di Mestre che, tra le altre cose, ha stilato la classifica dei capoluoghi e quella delle regioni. Cominciando da quest’ultima, la Sardegna si posiziona al quarto posto col 52,8% di perdite. Peggio dell’isola soltanto Basilicata (65,5%); Abruzzo (62,5) e Molise (53,9). In particolare, nell’isola a fronte di 424 litri pro capite immessi in rete, ci sono 224 litri che si disperdono. A livello nazionale, invece, si perde quasi il 43% dell’acqua immessa in rete. Ogni giorno si contano in media 157 litri di perdite per abitante.
La peggiore è Sassari Per quanto riguarda, invece, la classifica dei capoluoghi italiani, Sassari si colloca all’11esimo posto con 410 litri di acqua pro capite immessa in rete e 260 litri persi, pari dunque al 63,4% di perdite. A seguire a poca distanza c’è Oristano, che col 60,4% di perdite raggiunge la 14esima piazza nazionale: su 444 litri immessi in rete se ne perdono 268. A Nuoro, invece, l’acqua che si butta è un po’ meno ma pur sempre oltre la metà: 55,4%. In particolare, su 389 litri che transitano nelle condotte nuoresi, sono 216 quelli che non arrivano a destinazione. Nel capoluogo dell’isola sparisce il 53,5% dell’acqua: a Cagliari su 493 litri pro capite pompati nella rete sono 264 quelli che si disperdono. Il dato migliore dell’isola lo registra Carbonia: si perdono soltanto 52 litri pro capite sui 239 immessi in rete, pari quindi al 21,7%: un autentico successo nell’isola delle reti colabrodo.
Le cause In un periodo in cui non piove seriamente da troppo tempo e le temperature in questi mesi estivi hanno raggiunto livelli spaventosamente elevati, avere in questa ripartizione geografica una dispersione superiore al 50 per cento dell’acqua potenzialmente utilizzabile è un vero e proprio “delitto”. Va detto che, in linea di massima, la dispersione è riconducibile a più fattori: alle rotture presenti nelle condotte, all’età avanzata degli impianti, ad aspetti amministrativi dovuti a errori di misurazione dei contatori e agli usi non autorizzati (allacci abusivi).
In Italia Se nel Comune di Potenza non arriva nei rubinetti delle abitazioni il 71 per cento di quanto immesso in rete, a Chieti si tocca il 70,4 per cento, a L’Aquila il 68,9 per cento a Latina il 67,7 per cento e a Cosenza il 66,5 per cento. Per contro a Milano le perdite idriche raggiungono il 13,4 per cento, a Pordenone il 12,1 per cento a Monza l’11 per cento, a Pavia il 9,4 per cento e a Como, la città più virtuosa d’Italia, il 9,2 per cento.