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Il Governo impugna la legge sarda sulle rinnovabili, Alessandra Todde: «Non subiremo decisioni calate dall’alto»

di Giuseppe Centore
Il Governo impugna la legge sarda sulle rinnovabili, Alessandra Todde: «Non subiremo decisioni calate dall’alto»

L’esecutivo chiede anche la sospensiva immediata dell’articolo 3 cuore della norma

07 agosto 2024
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Il governo ha deciso di impugnare presso la Corte costituzionale la legge regionale della Sardegna, approvata lo scorso 3 luglio, con la quale si introduce una moratoria di 180 giorni sulle autorizzazioni per la realizzazione degli impianti rinnovabili. Lo ha stabilito il Cdm di oggi, a quanto si apprende. La possibilità di un ricorso era stata avanzata già nelle scorse settimane dal ministro dell'Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto, dal cui dicastero è stato licenziato il provvedimento Aree idonee per le rinnovabili a inizio luglio.

Il governo ricorrendo alla Consulta ha sollevato la questione di illegittimità costituzionale contro la decisione presa dalla regione guidata Alessandra Todde, che con una legge regionale, del 3 luglio, aveva di fatto introdotto uno stop alle autorizzazioni per le rinnovabili di 180 giorni per fissare i criteri e inoltre previsto una norma per un disegno di legge regionale per la creazione di una Agenzia regionale per l'energia. Il governo chiede anche la immediata sospensiva dell'articolo 3 del provvedimento, il cuore della legge. La sospensiva immediata a una legge regionale è stata concessa solo una volta dalla Corte costituzionale in tutta la sua attività.

Con questa legge la Regione Sardegna sarebbe andata contro quanto previsto dal decreto cosiddetto Aree idonee del Mase del 2 luglio 2024 che ha fissato i criteri per le aree idonee e concesso 180 giorni di tempo alle Regioni per individuarle. 

Non si fa attendere una nota della presidente della giunta regionale Alessandra Todde.

«Il Governo Meloni, durante il Consiglio dei Ministri di oggi 7 agosto, - senza convocare la Presidente della Regione Sardegna, con spregio dello Statuto Sardo che invece ne prevede il diritto di sedere in CdM nel caso si trattino temi rilevanti per la Regione - ha deciso di impugnare la nostra legge N° 5 (approvata il 3 luglio scorso) necessaria a fermare la speculazione energetica per un massimo di 18 mesi e a bloccare tutti gli impianti che è possibile bloccare. Una legge voluta dai sardi e votata in consiglio regionale che prevede che tutte le installazioni di nuovi impianti di energie rinnovabili, per i quali i lavori non siano già iniziati, siano fermate. In queste settimane alcuni hanno giudicato la nostra una legge debole, che non bloccava nulla, inutile, un regalo agli speculatori, che il governo non prendeva neanche in considerazione. Colpo di scena. Avevamo ragione noi. Infatti, al contrario, la legge si è dimostrata efficace e di impatto, obbligando il Governo ad impugnarla chiedendone la sospensione immediata visti i tanti reclami ricevuti. In attesa che la Corte Costituzionale si esprima, il lavoro della giunta non si ferma. La mappa delle aree idonee dovrà essere consegnata entro 180 giorni a partire dal 3 luglio e noi stiamo già lavorando alla sua stesura. Stiamo creando un comitato interno e un ufficio del Piano che si occuperanno di redigere la legge con indicazioni specifiche per le aree idonee. E lo faremo coinvolgendo i territori, le comunità, i sindaci».

« Inoltre – continua la Presidente-, aggiorneremo il Piano Energetico Regionale, fermo al 2016, e svilupperemo la Società Energetica Regionale. Stupisce che a chiedere l’impugnazione siano state forze politiche - una soprattutto - che in Sardegna si schierano a parole contro la speculazione energetica, mentre a Roma lavorano a testa bassa contro gli interessi regionali. Concludo con un messaggio rivolto al Governo: la Sardegna - che piaccia o no - non accetterà di subire passivamente decisioni calate dall’alto».

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