Fondi per le opere anti siccità: la Sardegna resta a bocca asciutta
I 102 milioni del decreto Agricoltura vanno tutti alle regioni del Nord
Sassari Il primo fabbisogno era fissato a 309 milioni di euro, che poi sono scesi a 151 selezionando soltanto le più strategiche e urgenti. Ma ora, con la decisione del governo, la dotazione per le opere anti siccità della Sardegna, e quindi per la messa sicurezza di dighe e condotte, ha raggiunto la cifra tonda: zero euro.
È tutto nero su bianco nel decreto numero 1 pubblicato sul sito del commissario straordinario nazionale per l’adozione di interventi urgenti connessi al fenomeno della scarsità idrica, Nicola Dell’Acqua, che ha distribuito i 102 milioni di euro del decreto Agricoltura – poi convertito in legge – che quando era stato pubblicato aveva fatto piovere una valanga di critiche contro il proponente, il ministro Francesco Lollobrigida.
La prima cernita Per sistemare tutti i problemi del sistema idrico sardo servirebbero 309 milioni di euro, utili per raggiungere l’obiettivo principale: garantire il fabbisogno in assenza di precipitazioni per un arco temporale di 18 mesi. Questa prima lista, redatta dall’autorità di bacino che ha raccolto le varie istanze degli enti come Enas, Abbanoa e consorzi di bonifica, era stata inviata a suo tempo al commissario nazionale anti siccità e sembrava chiusa lì. Nel senso che si trattava di dover attendere l’eventuale stanziamento dei fondi. Ma le cose hanno però preso una piega diversa: la nuova norma ha previsto una ulteriore ricognizione: alla fine saranno tre in tutto.
Le più urgenti Il commissario Dell’Acqua ha quindi richiamato a raccolta le autorità di bacino per ottenere una selezione delle opere di “immediata e breve attuazione”. Un’ulteriore tappa fissata proprio dal decreto Agricoltura che, con tutta probabilità, vista la ristrettezza dei fondi ha previsto una sintesi della sintesi. La Regione ha quindi varato un piano “selezionato” da 151 milioni, inserendo in elenco 51 interventi per mettere in sicurezza alcune dighe, per realizzare nuove condotte e i collegamenti tra gli invasi, oltre a tutta una serie di interventi nelle reti dei consorzi di bonifica per ridurre le perdite. Su questi 51 interventi, quelli ritenuti cruciali per il sistema idrico regionale sono 25. Dei 151 milioni di euro, oltre la metà (poco meno di 80 milioni), riguardano richieste arrivate dall’assessorato dell’Agricoltura. Per il resto, Egas ha presentato progetti per 20,8 milioni; l’assessorato dei Lavori pubblici per 12,5 milioni più ulteriori 11 milioni per il consorzio di bonifica della Nurra; e l’Enas per 27,4 milioni.
La doccia fredda Terminato il “balletto” delle cernite concentriche, si è arrivati a metà giugno, scadenza entro la quale il commissario straordinario ha inviato alla cabina di regia nazionale il pacchetto di schede progettuali raccolte in giro per l’Italia. Entro la fine dello stesso mese la cabina di regia ha quindi vagliato le proposte decidendo quali finanziare. Il risultato è il decreto di fine luglio dello stesso commissario straordinario, pubblicato soltanto nelle ultime ore, che ha messo in fila le opere sulle quali sono state spalmati i 102 milioni del decreto Agricoltura. Si tratta di progetti, tra l’altro, già decisi dalla cabina di regia nel 2023. In particolare, si tratta di opere che saranno realizzate in Lombardia (33,1 milioni di euro); Veneto (22 milioni); Piemonte (27,8 milioni); Emilia-Romagna (8,1) e Lazio (6,03 milioni). Per tutti gli altri, Sardegna, compresa non arriverà niente.